I bambini navigano in Internet con naturalezza, sono nati con i social network e li sanno usare come se fosse impossibile vivere senza. Spesso però si instaurano delle situazioni pericolose. A descriverle «Generazione smartphone», lo studio commissionato da Tim, curato dalla ricercatrice dell’Università Cattolica di Milano Giovanna Mascheroni presentato a Roma in un incontro con il Family Online Safety Institute.
Sono sempre più diffusi gli smartphone tra i 9 e i 17 anni (posseduti dall’80 percento dei piccoli), attraverso cui accedere a Internet e comunicare con gli altri. Più di sette intervistati su dieci non solo navigano, ma hanno pure un profilo sui social network (soprattutto Facebook) e un account sulle app di messaggistica istantanea come WhatsApp. C’è qualcosa che però non quadra? Per iscriversi a Facebook bisogna avere almeno 13 anni e l’età sale a 16 per l’utilizzo di WhatsApp.
Che cosa significa? Vuol dire che uno su cinque (compresi i non connessi) tra chi ha 9-10 anni e uno su quattro tra gli 11-12enni mente sulla propria età quando si registra sul social network di Mark Zuckerberg. È una situazione pericolosa, perché spesso i profili social scappano all’occhio attento di mamma e papà.
Non finisce qui: gli adolescenti maschi sono poco prudenti, tanto che uno su cinque ha aggiunto ai propri contatti profili di persone mai incontrate nella vita reale. Nove intervistati su cento hanno raccontato di essere stati vittima di cyberbullismo e la stessa proporzione riguarda quelli, tra i 9 e i 17 anni, che hanno ricevuto messaggi con contenuto sessuale. Giovanna Mascheroni, ricercatrice in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, ha commentato:
WhatsApp è sicuro, ma quando si finisce nei gruppi di conversazione arrivano i problemi: diverse ragazze, per esempio, hanno raccontato di essere state vittime di sexting da parte di persone che hanno avuto il numero di cellulare grazie ai gruppi. Il dossier ci dice che sono in crescita alcuni tipi di rischi: il bullismo digitale e l’esposizione ai contenuti negativi generati da altri utenti.
Photo Credits | Shutterstock /Syda Productions