Sappiamo tutte molto bene che è normale per i nostri figli essere ansiosi in determinate circostanze; ad esempio quando, soprattutto da piccolissimi, si separano da noi per un periodo più o meno lungo di tempo. Tuttavia, alcuni bambini provano ansia quasi in ogni circostanza e questo può disturbare il loro rendimento scolastico e/o la loro vita di relazione.
In questi casi meglio correre subito ai ripari. Curare l’ansia nel bambino infatti lo mette al riparo dal rischio di sviluppare, da adulto, disturbi più seri, sia mentali che neurologici. A dirlo sono i ricercatori dell’Imperial College di Londra il cui studio, coordinato dal dottor Hans Ulirich Witten, è stato pubblicato su European Psychopharmacology.
Ma come capire quando un bambino è ansioso? I sintomi dell’ansia nel bambino si manifestano in maniera differente a seconda dell’età: i più piccoli la manifesteranno l’ansia piangendo o agitandosi, facendo la pipì a letto. Anche la nausea e il vomito possono essere seganli che il bambino si sente ansioso.
I più grandi possono invece soffrire di insonnia o avere incubi, accusare spesso mal di testa o mal di pancia.
Quale che sia la manifestazione del disturbo, ovviamente i farmaci non sono l’unico rimedio anche se di primo acchito possono apparire come la soluzione più immediata e appetibile.
Essere più presenti, migliorare la qualità del tempo che trascorriamo con i nostri figli insegnando loro a gestire le emozioni può già rappresentare un valido aiuto, così come il far sentire loro che ci siamo e che li sosteniamo nei momenti per loro più critici (l’ingresso a scuola, la festicciola di coetanei) con calma e fiducia.
Fondamentale poi che i genitori stessi trovino la forza di placare le loro ansie in modo da non trasmetterle ai figli ed essere così il “buon esempio” di cui i nostri cuccioli hanno bisogno. Pensate lo smarrimento di un bambino che rivolgendo lo sguardo al papà per avere rassicurazioni lo scorga pallido e con il fiato corto. In piena crisi d’ansia!