Le allergie sono uno dei problemi maggiori delle nuove generazioni, che combattono contro le intolleranze alimentari e i raffreddori. Il naso cola quasi tutto l’anno, gli occhi lacrimano e, chi sta messo peggio, deve anche fare i conti con l’asma. Dall’Università di Pavia arrivano dei dati abbastanza preoccupanti: il 30 per cento dei piccoli fino a 14 anni soffre di rinite allergica, contro il 15 per cento di 10 anni fa.
Il tasso si è duplicato in un solo decennio e secondo le stime dovrebbe arrivare a riguardare un bambino su due entro il 2020. Ma è possibile curare i bimbi? Intanto bisogna dire che – sempre secondo gli esperti – esiste in materia ancora parecchia ignoranza, soprattutto tra i genitori convinti che i pollini siano la causa di tutto e poi sono pochi i medici dei bimbi.
Scarseggiano i pediatri di base e molti bambini sono in cura dai medici di base degli adulti. È ovvio che una terapia adatta a un piccolino non può essere quella che si somministra a mamma e papà. Inoltre, bisogna prestare attenzione non sono ai pericoli fuori dalle mura domestiche, ma anche a quelli che convivono in casa con noi. Per esempio? Gli acari.
Lo so che su questo tema ci sono delle leggende di vario genere e tipo e che spesso con acari si identifica qualsiasi tipo di polvere, questo anche a causa del commercio che tende a vendere prodotti igienizzanti di ultima generazione rendendoli più appetibili. In realtà l’acaro dermatofagoide, che si annida nei materassi, nei cuscini e nei tappeti, ma anche nelle piante, è uno dei problemi maggiori. Gianluigi Marseglia, professore di Pediatria all’ Università di Pavia, ha consigliato all’Ansa di non perdere tempo con particolari pulizie, una volta c’era meno igiene ma c’erano anche meno allergie. L’unica cosa che realmente funziona sono i vaccini antiallergici.
Photo Credit| ThinkStock