Siamo sempre preoccupati che i nostri bambini, soprattutto da piccolissimi, non siano in grado di distinguere tra una cosa giusta e una sbagliata, tra un pericolo e una situazione sicura. Sicuramente c’è dell’imprudenza e a volte manca il senso critico. È anche vero che i bimbi, nei primi 3 anni di vita, affrontano la quotidianità collezionando prime esperienze. Un nuovo studio di Yasuhiro Kanakogi dell’università di Kyoto in Giappone dimostra che i nostri figli già a 10 mesi sanno distinguere il bene e il male.
Gli esperti dello sviluppo si sono chiesti a che età comincia la percezione diretta del caso, ovvero che meccanismo che davanti a una situazione a catena può farti immaginare cosa verrà dopo. Gli psicologi giapponesi hanno dimostrato che un piccolino di soli 10 mesi è in grado di percepire perfettamente il meccanismo, anche quando ha carattere sociale. Per fare un esempio abbastanza semplice: il piccolino sa mettere in relazione il concetto di caccia e di fuga, così come quello di prepotenza e bullismo.
È in grado quindi di compiere ragionamenti logici e relazionare anche situazioni complesse. È ovvio che il termine bullismo non rientra nel vocabolario di un bambino, ma sicuramente sa distinguere tra una persona aggressiva e tra un’aggredita e sa andare a consolare la persona più debole tra le due. Oltre quindi a distinguere perfettamente tra bene e male, è in grado di scegliere il bene e ha già ben sviluppato quello che potremmo definire senso di giustizia.
Per natura, l’uomo ha nobili istinti. E allora come mai poi durante la crescita il bambino può perdere questa caratteristica positiva? In realtà non la perde, ma la debolezza, i condizionamenti sociali, la mancanza di una corretta educazione o il fatto di non essere abbastanza seguiti dai genitori possono sicuramente renderli più vulnerabili al mare. Per sconfiggere il bullismo, dobbiamo lavorare in casa, sull’educazione del ragazzo, fin da piccolino.
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