Da un po’ di tempo gira sul web un video piuttosto carino che ritrae una deliziosa bimbetta di circa due anni mentre, sollecitata dalla madre, recita a memoria tutte le capitali del mondo. La perizia della bambina è stupefacente tanto quanto la solerzia che la madre deve aver avuto nell’addestrare la piccola e, ferme restando, le indiscutibili capacità linguistiche e mnemoniche di quest’ultima, mi ha portato a condurre una piccola riflessione che vorrei proporvi.
Se da un lato vi sono tante mamme preoccupate, come dicevo qualche giorno fa, che il proprio cucciolo abbia un qualche ritardo nello sviluppo perchè, a differenza di altri bimbi, non consegue abbastanza precocemente alcune conquiste della crescita, come camminare, parlare o stare seduto da solo, dall’altro vi è un numero altrettanto nutrito di esse che spinge a tavoletta sin dai primi mesi di vita perchè il proprio pargolo mostri il prima possibile ad amici e parenti tutte le proprie virtù cognitive esibendosi con gesti, filastrocche, canzoncine ed elenchi di dati personali come nome, cognome, età, data di nascita, codice fiscale e numero di tessera sanitaria propri e di mamma e papà.
Aldilà dell’ironia, che spero perdonerete, del piacere impagabile di sentire il nostro piccolo che riesce a tenere a mente dati complessi come quelli su elencati e della fondamentale innocuità dell’insegnargli a farlo, purtroppo, io che sono indiscutibilmente una rompiscatole, non riesco a non chiedermi se i bambini tanto piccoli non andrebbero piuttosto lasciati liberi di apprendere il mondo dal mondo. Sotto la nostra guida vigile e solerte, ci mancherebbe, ma liberamente.
Mi chiedo anche quanto sia utile riempire la loro giovane mente di informazioni che ha tutto il tempo di apprendere e in quanti casi, dietro all’operosità dei genitori di piccoli geni, non vi sia piuttosto il desiderio di vedere realizzati i propri sogni attraverso il bambino. Mi riferisco, ad esempio, ai piccoli geni musicali magnificati in tv da tg e contenitori generalisti: a soli sette anni suonano il violino magnificamente e si esibiscono già da solisti nei teatri. Mi chiedo se nessuno provi il mio stesso dispiacere quando la voce del conduttore aggiunge: “Si esercita sette ore al giorno”.
Vi ricorderete senz’altro la meravigliosa Anna Magnani nel film di Luchino Visconti “Bellissima”: al termine di un’odissea a Cinecittà, pur presentandosi l’occasione di vedere realizzati i propri sogni di gloria per la figlia, rinuncia a farla diventare una piccola stella e la riporta a casa perchè conduca una vita normale, avendo trovato offensive le risa, lo stupore alle quali la piccola, posta al centro dell’attenzione tanto desiderata, viene esposta.