Cos’è la balbuzie
La balbuzie è un disturbo del linguaggio rappresentato da un’anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio. In altre parole, il bambino che balbetta sa esattamente cosa vorrebbe dire ma non riesce a farlo a causa di blocchi, ripetizioni e prolungamenti dei suoni del tutto involontari. Il disturbo interessa all’incirca l’1% della popolazione mondiale e fa la propria comparsa in età infantile, tipicamente fra i due e i sei anni. La balbuzie può essere accompagnata da movimenti muscolari, anch’essi del tutto involontari, quali tic, ammiccamenti, tremori delle labbra o del viso, scosse del capo e presentarsi in associazione con altri disturbi del linguaggio quali il disturbo della fonazione e il disturbo della espressione del linguaggio.
Balbuzie, le manifestazioni
Secondo quanto riportato dal DSM, ovvero il Manuale diagnostico e statistico dei distrubi mentali, nel quale troviamo definiti anche disturbi come quelli del linguaggio, la balbuzie presenta le seguenti manifestazioni:
- ripetizioni di suoni e sillabe
- prolungamento di suoni
- interiezioni
- interruzione di parole (pause all’interno di una parola)
- blocchi udibili o silenti
- circonlocuzioni (sostituzione di parole per evitare parole problematiche)
- parole emesse con eccessiva tensione fisica
- ripetizione di intere parole monosillabiche.
Di frequente il disturbo si manifesta in maniera più grave se il bambino deve esprimersi in pubblico mentre può essere del tutto assente nel dialogo solitario con animali o oggetti inanimati.
Balbuzie, il trattamento
Anche per la balbuzie vale quanto già detto per gli altri disturbi del linguaggio: l’intervento riabilitativo logopedico tempestivo potrà essere di grande giovamento al recupero delle abilità linguistiche; a questo potrà associarsi un intervento di tipo psicoterapeutico volto ad evitare l’instaurarsi di difficoltà relazionali e carenze nell’autostima che alla lunga possono dare luogo a disagio psichico anche grave. Questo perchè la frustrazione derivante dal non potersi esprimere in maniera fluente, il timore di balbettare e di essere deriso possono indurre nel bambino vissuti di ansia e depressione e tendenza all’isolamento. In questo senso è fondamentale il sostegno di genitori, coetanei ed insegnanti.
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