Quello dell’autosvezzamento è un metodo che favorisce i gusti e le preferenze del bambino. Affidandovisi si lascia sia il piccolo a scegliere gli alimenti complementari al latte materno da introdurre nella propria alimentazione. Si tratta di un tema particolarmente dibattuto, sul quale ci sono non pochi dubbi nonchè opinioni piuttosto contrastanti tra gli esperti. Resta il fatto che non sia possibile stabilire il momento esatto in cui iniziare: sarà lo stesso bambino a mostrarsi pronto non prima, comunque, dei sei mesi di vita.
A tale età, infatti, il piccolo ha già iniziato ad avere una certa coordinazione motoria, a saper stare seduto, afferrare i vari alimenti e deglutire correttamente, inizia anche a mostrare una certa curiosità verso il cibo. Ma quali sono i pro ed i contro dell’autosvezzamento? Tra i punti a favore la creazione, fin da piccoli, di un rapporto con il cibo sano, privo di forzature di sorta, vissuto nella più totale libertà: premesse, queste, che si rivelano essere alla base di una valida prevenzione di diversi disturbi dell’alimentazione.
Altro aspetto da non sottovalutare è quello relativo all’autostima del bambino il quale, avendo tale “potere” in mano. non può che diventare più autonomo. Quello dei pasti diventa così un momento di convivialità e condivisione da trascorrere serenamente tutti insieme.
Tra i contro dell’autovezzamento, invece, il “pericolo” dell’insorgenza di intolleranze alimentari che sembrerebbe essere stato scongiurato da diversi recenti studi in merito e di carenze, specie nel caso in cui la dieta seguita dai genitori non sia perfettamente sana e bilanciata. L’ideale sarebbe evitare abusi di zucchero ma allo stesso tempo di sale, e di alimenti di origine industriale, troppo pesanti o elaborati.
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