L’autostima nel bambino, ovvero la fiducia nelle proprie possibilità è il seme che da adulto gli permetterà di trovare un adeguato ruolo nella società ed è quindi importate che i genitori educhino già dai primi anni di vita questa capacità.
La prima regola del buon genitore è amare il figlio incondizionatamente. Al di là delle sue capacità, delle sue qualità, del suo carattere, il bambino deve sapere di poter contare sulla fiducia e l’amore di mamma e papà.
La maggior parte degli errori degli educatori è dovuto al fatto che non si è disposti ad accettare il bambino per quello che è, così come non si è abbastanza pazienti nel rispettare i ritmi evolutivi che in ogni persona ha tempi diversi. Insomma il desiderio che siano qualcos’altro rispetto alle loro capacità e alle loro attitudini possono generare nei conflitti interni che potrebbero ripercuotersi in futuro e sulla loro autostima.
Ma ci sono anche altri atteggiamenti pseudo-positivi da evitare. Per esempio lodare un bambino senza meritevoli ragioni oppure essere troppo protettivi e non permettergli di sbagliare (ricordate: sbagliando s’impara). In questo caso il concetto di autostima si avvicina a quello di autonomia. Nei momenti di difficoltà i bambini tendono ad avere un atteggiamento passivo oppure per pigrizia non sono disposti a adoperarsi nelle norme sociali che è stato imparato loro.
La certezza di poter superare brillantemente situazioni che il bambino ritiene difficile è dunque una convinzione che deve partire dai genitori e non è una dote innata del bambino (per lo meno nella maggior parte dei casi).
L’errore più comune da parte di un genitore è inculcare al figlio interessi e aspettative laddove lui non è riuscito a fare in gioventù. Se il concetto “voglio che mio figlio sia migliore di me” è un sentimento onesto e rispettabile è anche vero che ogni bambino ha la sua inclinazione e crescendo troverà nuovi interessi che lo appagheranno. A messo che trovi genitori disposti a credere in lui.
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