L’autismo è un disturbo di tipo comportamentale causato da un disordine organico dello sviluppo: la causa dell’autismo a tutt’oggi non è nota, e questa malattia è tanto oscura quanto, purtroppo, diffusa. Si stima infatti che in Italia un bambino su 100 sia autistico: in totale, ci sono nel nostro Paese oltre 500 mila ragazzini intrappolati in questa gabbia invisibile che rende loro difficoltoso, quando non impossibile, comunicare con gli altri, relazionarsi con il mondo esterno, esprimere sentimenti.
Eppure, nonostante la vastità del fenomeno, in Italia si fa pochissimo in proposito. I bambini autistici, infatti, avrebbero bisogno di venti sedute a settimana di psicoterapia e per sempre: lo Stato ne passa gratuitamente al massimo due.
Lo squilibrio tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere è evidentemente enorme: pochissime sono le Regioni che sono in regola con i protocolli del Consiglio superiore della Sanità e passano le cure più utili (prime tra tutte quelle di tipo neuro comportamentale).
Nella maggior parte dei casi, le famiglie sono abbandonate al loro stesse, costrette a pagare di tasca propria cure costosissime (fino a 2.000 euro al mese) pur di offrire una possibilità di miglioramento al proprio figlio. Proprio per questo, sono sorte associazioni di mutuo soccorso come il comitato L’Autismo parla, composto da genitori di persone autistiche di Palermo, e onlus come l’Associazione Habitat per l’Autismo.
Ed è proprio la vice-presidente di Habitat, Giulia De Finis, a denunciare non solo la carenza ma anche l’inadeguatezza di alcuni interventi:
Il problema è che l’autismo è un disturbo antico ma ancora senza una causa specifica: per anni si è imputato alla madre il malessere del figlio, con le cure psicanalitiche in auge, ora prevale una teoria piu genetica. Il risultato concreto però è che per anni l’approccio verso la cura di questa sindrome è stato dei piu fantasiosi. Tanto che alcune Regioni passavano come terapia le nuotate col delfino, cosa bellissima e magari divertente ma sulla cui utilità ho seri dubbi.
Scopo di queste associazioni e comitati, che nascono per supplire all’assenza e all’incapacità delle nostre Istituzioni, è dare finalmente voce a chi vive nel silenzio, far uscire tante persone da un isolamento che non hanno scelto e soprattutto trovare mezzi concreti per combattere questa terribile malattia, da cui non si guarisce ma con cui, con le giuste terapie, si può imparare a convivere.
Fonte: Repubblica
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