Il prelievo dei villi coriali (o villocentesi o CVS) può causare un aborto spontaneo? Effettivamente il rischio c’è e si attesta ad un caso ogni 100 donne, anche se- effettuando la procedura in un centro specializzato, la percentuale si abbassa di molto. E’ questo uno dei motivi per cui non è consigliabile eseguirlo come test di screening di routine, senza averne l’effettiva necessità, che purtroppo in caso di familiarità con alterazioni genetiche /cromosomiche può manifestarsi. Va anche detto che nei casi di aborto post- villocentesi, non sempre è possibile accertare che la causa consista nella procedura, tanto è che la casistica si sta rivalutando – con nuovi studi scientifici- verso numeri decisamente più bassi. Tuttavia il rischio c’è ed occorre essere informati al meglio su tutte le eventualità.
Redazione
Prelievo dei villi coriali, dopo la procedura come comportarsi?
Il prelievo dei villi coriali- o villocentesi- è una procedura invasiva della durata massima di 10 minuti che comporta l’inserimento di un lungo e sottile ago nella pancia o per via vaginale, con lo scopo di asportare un piccolo frammento di placenta, caratterizzato da villi coriali, cellue ricche di informazioni genetiche sul bambino ed utile ad indagare talune anomalie. Come tutti i piccoli interventi di questo tipo, amniocentesi compresa, il post operatorio può mettere ansia, forse più della procedura stessa. Cosa occorre fare o no fare?
Prelievo villi coriali (villocentesi), dopo quanto i risultati?
Quando si possono avere i risultati del prelievo dei villi coriali? E’ una domanda comune che ci si pone dopo essersi sottoposte a questo test: l’ansia di sapere se il proprio bambino è sano, o meglio, di escludere una determinata patologia genetica è tanta! Purtroppo la risposta è che i risultati non sono immediati. Il tessuto prelevato va inviato infatti a dei laboratori specializzati che provvederanno ad analizzare il campione di placenta/ villi coriali.
Allattamento al seno, 7 falsi miti su quando non si può
L’allattamento al seno è circondato da numerosi falsi miti, soprattutto riferiti alle controindicazioni, ovvero a quando sarebbe sconsigliato allattare. La decisione di una mamma di non allattare al seno è individuale e non va criticata, ma va sottolineato che qquesta è la scelta migliore per il bambino, a meno che non ci siano particolari impedimenti o controindicazioni che costringono a rinunciare.
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Sono sempre più di moda gli estrattori ma molti continuano a non capire le differenze e, anche nei locali, spesso si fanno rifilare a prezzi
Quando l’allattamento al seno è sconsigliato?
Allattare al seno un bimbo appena nato e fino ai sei mesi di vita è senza dubbio la soluzione migliore sia per lui che per la neomamma. Tuttavia in alcuni casi è davvero sconsigliabile e per nutrire il neonato si rende necessario ricorrere al latte artificiale. Questo capita quando la mamma è affetta da alcuni problemi di salute. Quali sono?
Si può allattare al seno dopo un parto gemellare?
Si può allattare al seno dopo un parto gemellare? Assolutamente sì. Se la neo mamma sta bene fisicamente non c’è alcun motivo per non farlo! Anzi! Certo, sarà impegnativo per l’organismo, un po’ complicato, ma basterà organizzarsi e tutto sarà possibile. L’importante è risparmiare le forze, evitando di sobbarcarsi tutti gli impegni che la casa comporta. E così l’impegno per i bambini, ta cambi di pannolini e bagnetti.
Come evitare le smagliature al seno durante l’allattamento?
Come evitare le smagliature al seno durante l’allattamento? I timori legati al cambiamento del proprio corpo sono una costante in tutte le donne che vogliono o stanno per avere un bambino. Questo a tal punto che la paura di veder comparire delle orribili smagliature sul seno induce alcune neomamme a rinunciare all’allattamento, poiché tra lo svuotamento della mammella con la poppata ed il suo riempimento la pelle può essere sottoposta a stress e “stirarsi” troppo. Non si tratta di una buona idea, per vari motivi: non è la scelta giusta per il bambino, non è detto che le smagliature si verifichino -neppure nelle donne più predisposte- e perché esistono dei modi semplici per fare prevenzione. Quali?
Si può allattare al seno dopo il parto cesareo?
Si può allattare al seno dopo il parto cesareo? Dal punto di vista fisico il taglio cesareo non crea alcun problema o ostacolo o controindicazioni all’allattamento al seno. Tuttavia in alcune strutture il bambino nato con un cesareo viene fatto attaccare al seno solo dopo 24-48 ore dal parto : questo accade in molti casi perchè il bambino viene tenuto sotto controllo (spesso è prematuro) e la mamma curata dall’intervento.
Si può allattare dopo l’asportazione di una cisti al seno?
Si può allattare dopo l’asportazione di una cisti al seno? E’ questa una preoccupazione frequente in quelle future o neo mamme che si sono sottoposte ad un intervento chirurgico di questo tipo. Niente paura però: una precedente operazione al seno non preclude l’allattamento al seno del bambino! La risposta è dunque affermativa: si può fare! Questo perché la ghiandola mammaria è in grado di far fronte in modo adeguato alla produzione di latte, a prescindere, anche se si è reso necessario toglierne una parte. Quando invece non si può?
Si può allattare al seno con la miopia?
Si può allattare al seno in caso di miopia della neo mamma? Contrariamente a quanto si pensi in genere: sì! L’allattamento al seno non può assolutamente peggiorare lo stato di questa malattia della vista della donna. Perché?
Si può allattare al seno con il capezzolo introflesso?
Si può allattare al seno con il capezzolo introflesso (o retroflesso)? Il capezzolo introflesso è una lieve malformazione del seno della donna che lo porta ad essere risucchiato verso l’interno della mammella in modo più o meno importante. Tra l’altro può riguardare un solo seno. Questo non compromette in alcun modo la possibilità di allattare naturalmente il proprio bambino. Occorre stare tranquille. Perché?
Allattamento al seno, 10 motivi per cui conviene
L’allattamento al seno è sicuramente la strategia più efficace per prevenire numerose malattie nel bambino appena nato e per farlo crescere in modo sano ed equilibrato dal punto di vista nutrizionale. Inoltre è sempre pronto e alla temperatura perfetta, senza rischi di allergie o altro. La ricerca scientifica da molto tempo è impegnata a creare un latte artificiale capace di garantire gli stessi benefici di quello materno al bambino, ma purtroppo, nonostante siano stati messi in commercio buoni sostituti, ancora non è riuscita ad avere dei risultati ottimali, che cioè siano equivalenti.
Vaccino anti rosolia, quando farlo, perché ed effetti collaterali
In ambito scientifico si ritiene che sia assolutamente necessario vaccinare le bambine contro la rosolia, in quanto questa malattia, di per sè banale, può essere causa di serissimi problemi nella donna adulta soprattutto se contratta in gravidanza.