Il tumore materno si può trasmettere al feto

donna-incinta-tumorePer anni gli scienziati si sono chiesti se una donna malata di cancro potesse contagiare il feto che portava in grembo. Oggi grazie al caso di una donna giapponese è stato scoperto che le cellule tumorali possono attraversare la placenta ed infettare il bambino, sviluppando un carcinoma clone di quello materno. Questa fenomeno della patologia trasmessa per fortuna è un evento molto raro.

Nella maggioranza dei casi quando le cellule tumorali materne passano la placenta il sistema immunitario del bambino le percepisce come nemiche e le distrugge. Raramente invece si genera un tumore con le stesse caratteristiche genetiche di quello della madre, saranno infatti le cellule materne a moltiplicarsi nel corpo del bambino. Negli ultimi 100 anni sono stati registrati solo 17 casi di madre e figlio che condividono lo stesso tumore, per lo più una neoplasia del sangue o un melanoma cutaneo.

Il parto, cos’è e come avviene

parto

Il parto, cioè l’estrazione del feto e degli annessi fetali dal corpo della madre ha inizio nel momento in cui la produzione di progesterone placentare che frena l’attività dell’ossitocina si riduce. L’ossitocina accelera le contrazioni uterine rimaste in tutta la gravidanza lievi e sensibili, e quando il livello di quest’ormone diventa elevato, ha inizio il travaglio di parto, quell’insieme di fenomeni che precedono e accompagnano la nascita.

La loro durata varia a seconda di vari fattori, come la validità delle contrazioni dell’utero, il rapporto tra l’ampiezza del bacino della madre e la testa del bambino, l’età della mamma, e soprattutto, il fatto che si tratti del primo parto o no. Il parto può durare da 2 a 24 ore, il primo in media dura 18 ore, i successivi dalle 6 alle 8 ore.

Nella prima fase, quella dilatante, le contrazioni si susseguono a ritmo crescente: la testa del feto viene spinta contro la cervice che si dilata fino a formare la bocca uterina; per l’aumento della pressione si verifica la rottura delle acque, cioè del sacco amniotico, con fuoriuscita del liquido; questa fase dura in media 14-16 ore nel primo parto e 6-12 ore in quelli successivi.

Baby sitter, a chi lascio il pupo?

Baby Sitter

A chi lasciare il neonato durante le ore di lavoro della mamma? E’ un problema di ogni famiglia. Prima o poi, passati i primi mesi, la mamma dovrà tornare al proprio lavoro, e alcune hanno la fortuna di avere madri o suocere disponibili ad accudire il piccolo, ma altre devono affidarsi alle baby sitter e fidarsi di loro. Voi affidereste vostro figlio a delle sconosciute? Come trovare vere, responsabili e fidate baby sitter? Occorre fare una selezione con la giusta pazienza e cautela, perchè in fondo, l’educazione del bambino è importante anche in questi casi.

Il piccolo vedrà un’altra figura che passerà con lui del tempo ogni giorno e quindi assimilerà immagini e situazioni di questo suo adattamento. Se ci pensate bene, quando voi non ci siete non sapete com’è il comportamento di questa persona estranea e l’ansia a volte sale nella preoccupazione della crescita di vostro figlio.

I primi sintomi della gravidanza

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I PRIMI SINTOMI DELLA GRAVIDANZA

Hai deciso di avere un bambino, si avvicina la data del prossimo ciclo e fra pochi giorni saprai se questo sogno si sarà realizzato. I primi sintomi della gravidanza hanno molti tratti in comune con la sindrome premestruale, spesso infatti capita di pensare di essere incinta e poi scoprire invece che era solo il ciclo che si stava avvicinando. La certezza della gravidanza l’avrai solo con il test rapido o con il prelievo del sangue con ricerca dell’ormone beta HCG.

Ecco comunque i sintomi che possono farti presagire l’avvenuto concepimento:

  • I CAMBIAMENTI DEL SENO

Il tuo seno è diventato teso, gonfio e dolorante e le vene sono molto in evidenza. Con il passare dei giorni l’areola mammaria potrebbe diventare più scura e sulla sua superficie potrebbero comparire dei piccoli rilievi, si chiamano tubercoli del Montgomery, delle particolarissime ghiandole che quando allatterai secerneranno una sostanza lubrificante e disinfettante.

Neonati, come vestirli?

come vestire i bambini

Vestire il proprio bimbo appena nato è sicuramente una delle occupazioni più dolci per una neomamma, tuttavia a volte può rivelarsi davvero complicato, soprattutto se il piccolo si mostra infastidito e non vi asseconda con i propri movimenti. Cosa fare allora per semplificare questo compito che rischia di rivelarsi davvero arduo?

Anzitutto non dimenticate mai di mettere al vostro bimbo un bavaglino piuttosto comodo in modo da ridurre al minimo il numero di cambi, quindi scegliete abiti che vi permettano di cambiargli il pannolino senza spogliarlo completamente. Vi sarà molto utile anche tenere a portata di mano un giochino per distrarlo e imparare qualche canzoncina o filastrocca per catturare la sua attenzione.

Se vi trovate in difficoltà al momento di far entrare la maglietta dalla testa, allargate con entrambe le mani la scollatura e infilatela mantenendola in questa posizione, mentre per far entrare la braccine dentro le maniche arrotolate queste ultime, introducete la vostra mano dal polso e prendete la mano del bambino, quindi con la mano che vi rimane libera tirate la manica.

La natalità è in aumento. Ecco le statistiche

natalità in aumento

Nove mamme su dieci dichiarano di aver posticipato la maternità a causa di problemi economici e professionali. Il 69% confessa che, se non fosse stato per le difficoltà economiche, avrebbe avuto più figli. È quanto emerge da uno studio condotto dalla Fondazione “L’Albero della Vita” su dati raccolti dall’Istat, Eurispes e Ministero della Salute.

Complessivamente, nel nostro Paese la natalità è in aumento, come il desiderio di maternità; dal 2007 al 2008, il numero di bimbi nati in Italia è aumentato dello 0,1%; il numero medio di figli per donna, che nel 2007 era 1,38, è passato a 1,41 nel 2008. Le difficoltà economiche e organizzative per le mamme, però, non accennano a diminuite; il 22,2% delle donne che rinunciano ad avere bambini lo fa per mancanza o scarsità di soldi e di aiuti, il 17,2%, invece, per paura di perdere il posto di lavoro. Solo il 16,2% delle donne senza figli ha fatto questa scelta per ragioni personali e di coppia.

La rosolia in gravidanza

incinta-rosoliaLa Rosolia è la malattia infettiva più temuta in gravidanza, per questo motivo prima di programmare una gravidanza è bene effettuare degli esami preconcezionali che prevedano il rubeotest, l’esame con il quale si può vedere se si è già contratta la malattia. Nel caso in cui si risulti negativi al test, prima di affrontare una gravidanza, sarà bene vaccinarsi. Tra il vaccino ed il concepimento dovranno necessariamente trascorrere sei mesi.

La rosolia è una malattia infettiva causata da un virus del genere rubivirus, ed è una malattia più comune nell’età infantile. Nella maggior parte dei casi la rosolia ha un decorso benigno, anzi a volte neppure ci si accorge di averla avuta. Il problema sorge se la si contrae in gravidanza, questa malattia presenta infatti alti rischi per il feto, sopratutto se la madre contrae la malattia all’inizio della gravidanza.

Lavoro e gravidanza

lavoratrice in gravidanzaUna donna in gravidanza è tutelata dalla legge e questo vale anche e soprattutto quando si parla di lavoro. Informare il datore di lavoro del vostro stato è fondamentale soprattutto nel caso in cui svolgiate una mansione che vi faccia stare a contatto con prodotti che potrebbero compromettere lo stato di salute del bebé; inoltre, una donna, durante la gravidanza e nei successivi 7 mesi al parto non può essere adibita a lavori faticosi oppure pericolosi.

La legge inoltre prevede che la futura mamma possa assentarsi dal lavoro per 5 mesi: 2 mesi prima del parto e 3 dopo il parto. In questo caso si parla di astensione obbligatoria. La donna lavoratrice può richiedere, previo accertamento medico e dopo un controllo da parte della Direzione Provinciale del Lavoro anche un congedo anticipato (ad esempio in presenza di situazioni di lavoro ritenute a rischio per lo stato di gravidanza). Se la gravidanza procede bene la lavoratrice può continuare a lavorare fino all’ottavo mesi gravidanza presentando al proprio datore di lavoro un certificato di salute che attesti che sia lei che il bambino sono in buona salute.

La linea Baby Einstein, spazio ai piccoli creativi

Baby EinsteinI bambini si sa sono curiosi e la linea Baby Einstein di DVD, libri, giocattoli e CD musicali è stata creata proprio per stimolare la loro curiosità nei primissimi anni della loro vita. Noi mamme siamo sempre alla ricerca di nuovi giochi da fare con i più piccoli e spesso abbiamo paura di abbandonarli davanti alla televisione.  Con Baby Einstein questo timore scompare perché la televisione diventa maestra e compagna di giochi.

Nei primi tre anni di vita tuo figlio è interessato ai suoni e alle immagini che lo circondano, ogni cosa rappresenta una nuova scoperta e questo principio è alla base della filosofia di Baby Einstein. Tutti questi prodotti sono strumenti capaci di stimolare l’interazione tra te e il tuo bambino, un aspetto fondamentale perché cresca in modo sano, sicuro e felice.

Allattamento al seno, ecco alcuni miti da sfatare

allattamento al seno false credenze

Il 96% delle neomamme è perfettamente in grado di allattare al seno il proprio piccolo, inoltre, a meno che la madre non sia affetta da patologie croniche e/o non assuma farmaci incompatibili con la salute del figlio, non esistono controindicazioni all’allattamento materno. Tuttavia sono molte le donne che passano al biberon entro le prime settimane di vita del bambino spesso perchè preda di dubbi e incertezze che non riescono a superare, a volte anche a causa di una cattiva informazione della quale, loro malgrado, si ritrovano vittime.

L’allattamento al seno infatti è spesso accompagnato da una serie di convinzioni e credenze non vere che più che essere di aiuto alla neo o futura mamma la confondono gettandola a volte addirittura nello sconforto. E’ vero ad esempio che chi ha il seno piccolo produce poco latte? No. Niente affatto. Eppure quante donne poco prosperose possono essersi scoraggiate nell’apprendere quella che non è altro che una diceria?

Vediamo quindi di demolire alcune false credenze sull’allattamento materno, a cominciare da quella appena citata:

L’igiene del neonato

igiene del neonato

Dopo la nascita, la parte del cordone ombelicale rimasta attaccata al bambino si stacca e si distacca spontaneamente entro una decina di giorni; finché sarà attaccata, è bene non fare il bagno completo al bambino: basterà lavarlo con una spugna, mantenendo accuratamente pulito il perineo a ogni cambio di pannolino, evitando movimenti dal dietro in avanti che potrebbero determinare l’infezione delle vie urinarie con batteri di provenienza anale; è importante anche tenere pulita la zona circostante il cordone usando un disinfettante e proteggendola con una garza sterile.

Sarebbe meglio piegare il pannolino in modo che il cordone non venga a contatto con l’urina: essa, infatti, può facilitare un’infezione; è importante anche non tirare o tentare di togliere il moncherino prima che cada da solo. Una volta staccatosi, si potrà fare il bagno al bambino: le prime volte è ben aggiungere un po’ di sale marino all’acqua ed evitare sapone e shampoo.

È opportuno preparare tutto il necessario prima del bagno: in una stanza calda in cui non siano correnti d’aria, collocate su un telo di plastica un grande asciugamano di spugna; accanto alla bacinella piena di acqua tiepida disporrete il sapone neutro, la spugna, la garza sterile, i cotton fioc, un bicchierino di plastica, il termometro da bagno e la pomata per gli arrossamenti; poco più in là disponete il pannolone e gli indumenti puliti. Il bambino va immerso nell’acqua lentamente, facendo attenzione a non fargli entrare l’acqua negli occhi.

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Se amate lo shopping on line vi segnalo un sito dove potete trovare tantissimi capi, scarpe ed accessori per i vostri bambini. Si chiama Yoox ed offre una gamma vastissima di abiti per bambini suddivise per fasce di età: baby (0-24 mesi), kids (3-8 anni) e junior (9-14 anni). Si tratta di un sito in cui si possono acquistare capi firmati Armani Baby, Blumarine Baby, Diesel, Bikkermbergs, Ermanno Scervino, Miss Blumarine, Patrizia Pepe, Tommy Hilfiger
Per quanto riguarda la spedizione è possibile scegliere tra una consegna di tipo Standard (3-4 giorni lavorativi) oppure Express (1-2 giorni lavorativi). Date un’occhiata alla gallery subito dopo il salto: non c’è che l’imbarazzo della scelta.
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In gravidanza troppa liquirizia può nuocere al bambino

panciaLe donne in gravidanza che mangiano eccessive quantità di liquirizia possono influire negativamente sull’intelligenza e sul comportamento dei loro figli. Uno studio davvero “particolare” è stato eseguito su bambini di 8 anni le cui madri hanno fatto largo uso di liquirizia in gravidanza. I risultati di questa ricerca hanno messo in luce che questi bambini una volta sottoposti a test cognitivi  non avevano gli stessi risultati dei loro coetanei ed inoltre che spesso dimostravano mancanza di attenzione e comportamenti iperattivi.

Si pensa che a causare questo fenomeno sia un componente della liquirizia, la glicirizina, che può arrivare a compromettere la placenta, permettendo agli ormoni dello stress di passare dalla madre al bambino. Alti livelli di questi ormoni noti come glucocorticoidi possono rallentare lo sviluppo celebrale e sono probabilmente collegati ai disordini comportamentali in questi bambini. I risultati di questa ricerca, effettuata in Finlandia dall’Università di Helsinki e dall’Università di Edimburgo, sono stati pubblicati dall’American Journal of Epidemiology.

Convulsioni febbrili: cosa fare durante gli attacchi

convulsioni

Le convulsioni febbrili corrispondono ad una particolare reazione del sistema nervoso del bambino dinnanzi all’improvviso innalzamento della temperatura corporea e, nonostante l’allarme che tendono a provocare in mamma e papà data l’intensità delle loro manifestazioni, nella maggior parte dei casi non comportano alcuna conseguenza sullo stato di salute del piccolo, oltre che nessun tipo di effetto sul suo sviluppo mentale.

Il responsabile di questo fenomeno, che registra la sua massima incidenza tra i 14 e i 18 mesi, è l’immaturità del sistema nervoso del bambino che almeno fino ai 5 anni manifesta una particolare sensibilità nei confronti della febbre elevata. Episodi convulsivi tendono quindi ad evidenziarsi con una certa frequenza in corrispondenza di malattie infettive caratterizzate dalla comparsa di temperatura che raggiunge valori molto elevati in breve tempo, quali infezioni acute delle vie respiratorie, otite media e sesta malattia, in particolare nei bambini i cui genitori hanno sofferto dello stesso problema.