Personalmente sono sempre stata scettica verso che ritiene che esistano metodi “casalinghi” per favorire la fertilità femminile e agevolare l’arrivo del tanto atteso bebè, ma in questo caso è un po’ diverso; oggi infatti intendo parlarvi di una ricerca condotta da un nutrizionista della Harvard School of Public Health di Boston e pubblicata qualche tempo fa sulla rivista Obstetrics e Gynecology, della quale ho avuto notizia leggendo una rivista specializzata.
Secondo il dottor Jorge Chavarro infatti esistono alcune abitudini alimentari e di vita in grado di aumentare la fertilità; queste sono state individuate dallo stesso ricercatore attraverso uno studio condotto su un campione di quasi 18mila donne prive di patologie specifiche legate o meno all’apparato riproduttivo. In altre parole, in assenza di problemi di salute specifici, secondo Chavarro, basterebbe adottare alcuni piccoli accorgimenti per ottenere più facilmente una gravidanza. Vediamo di cosa si tratta:
Anzitutto bisognerebbe aumentare il consumo di grassi saturi quali olio d’oliva e acidi grassi omega 3 e omega 6 contenuti soprattutto nel pesce;
Fondamentale anche preferire carboidrati complessi come pasta e riso, rispetto a quelli a più alto indice glicemico come gli zuccheri semplici;
Orientarsi sul consumo di proteine di origine vegetale piuttosto che su quello di proteine di origine animale;
Consumare solo latte e latticini interi;
Assumere più ferro attraverso l’alimentazione;
Mantenere un indice di massa corporea moderato;
Fare tutti i giorni attività fisica moderata.
In questo modo, assicura l’esperto si riduce dell’80% la probabilità di problemi di fertilità legati ad alterazioni del ciclo ovulatorio.
Come vedete si tratta di poche semplici e innocue regole che qualunque donna può seguire a prescindere dal proprio stile di vita. Nulla di strambo o fantasioso (d’altra parte se fosse stato così non avrebbe trovato posto sul nostro blog). Che ne dite? Provare per credere? Sarete voi stesse magari a dirci se il dottor Chavarro ha ragione oppure no.
2 commenti su “Favorire la fertilità femminile, si può?”