Atlante dell’Infanzia Save The children Italia, quale futuro per i nostri bambini?

Qualche tempo vi abbiamo parlato del futuro dei bambini del pianeta. Purtroppo le notizie non erano molto buone. Oggi la recente presentazione de l’Atlante dell’Infanzia (a rischio), il rapporto di Save the Children Italia ci da invece l’occasione di fare il punto sul futuro dei bambini italiani. Il documento presenta, attraverso l’analisi della situazione socio-economica attuale, le previsioni circa il futuro dei nostri bambini fino al 2030. Previsioni tutt’altro che rosee, a cominciare dai dati demografici: se già nell’ultimo anno sono nati circa 60mila bambini in meno rispetto al precedente, il numero di nuovi nati è destinato a diminuire ancora con solo quindici bambini ogni cento abitanti entro, appunto, la fatidica data del 2030.

Ciascuno di essi, ma questo lo sapevamo già, verrà al mondo con un debito di tre milioni e mezzo di euro e la povertà mieterà proprio tra i più giovani il maggior numero di vittime. La situazione sarà peggiore per i nati al sud del Paese che già adesso si trovano in una condizione critica con il più alto tasso di dispersione scolastica e un basso grado di accesso agli asili nido pubblici.

A rendere incerto il futuro dei nostri piccoli anche il crescente inquinamento ambientale con centri abitati che sorgono sempre più vicini a stabilimenti industriali che avvelenano l’aria e cementificazione selvaggia e progressiva che erode letteralmente il territorio naturale sottraendo risorse pulite ai bambini e adulti di domani.

Il divario tra nord e sud, si precisa nel rapporto, è dovuto anche agli scarsi investimenti per la cura  e l’educazione dei bambini da parte delle istituzioni, soprattutto al meridione, che creano situazioni di notevole dislivello culturale. La fruizione di stimoli culturali comunque tende ad essere bassa in ogni dove nel Paese, con oltre 300mila bambini e adolescenti che nell’ultimo anno non hanno letto un libro o visto un film al cinema.

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