Asilo nido per tutti i bambini? Purtroppo no e non certo perché i genitori italiani non ne abbiano bisogno, ma perché un report dell’Istat conferma che ci siano pochi posti, sia in strutture pubbliche sia private, che offrono servizi socio-educativi per la prima infanzia. Il nostro Paese è ancora una volta lontano dai parametri europei.
Nell’anno scolastico 2013-14 sono state censite sul territorio nazionale 13.459 strutture, 35% pubbliche e 65% private. I posti disponibili, in tutto 360.314, coprono il 22,4% del potenziale bacino di utenza, ossia i bambini sotto i tre anni residenti in Italia. Un valore molto più basso della quota del 33% che l’Unione europea ha posto come obiettivo strategico per promuovere la maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro e migliorare la conciliazione della vita familiare e lavorativa.
Un altro dato preoccupante sono le risorse investite, sempre meno. Forse a causa della crisi, sta di fatto che c’è stato un taglio del 3% rispetto al 2013. La spesa comunale media annua sostenuta per ogni bambino iscritto ai servizi socio-educativi comunali o finanziati dai Comuni ammonta a circa 7.500 euro, di cui circa 6.000 a carico del Comune (o ente associativo) e quasi 1.500 euro versati dalla famiglia.
Le differenze territoriali nella quota di bambini presi in carico dai servizi pubblici o finanziati dal settore pubblico sono ancora forti. Al Centro-nord i posti censiti nelle strutture pubbliche e private coprono il 28,2% dei bambini sotto i 3 anni, mentre nel Mezzogiorno si hanno 11,5 posti per cento bambini residenti. Oltre il 17% dei bambini del Centro-nord è accolto in servizi comunali o finanziati dai Comuni. Nel Mezzogiorno è meno del 5%.
Sul territorio regionale i servizi sono diffusi soprattutto in Umbria (con il 37% di posti disponibili rispetto ai bambini residenti sotto i 3 anni), in Emilia Romagna (35,3%), in Toscana (32,1%) e in Valle D’Aosta (31,6%). Nell’anno scolastico 2013/2014, hanno beneficiato dell’offerta pubblica di servizi per la prima infanzia, sia sotto forma di accoglienza in strutture comunali o convenzionate con i Comuni, sia sotto forma di voucher e contributi, 206.936 bambini, circa 3.400 in meno rispetto all’anno scolastico precedente (-1,6%).