Il termine asfissia significa assenza di polso, perinatale invece, nel linguaggio medico e statistico, è detto del periodo che precede e segue immediatamente la nascita.
L’asfissia perinatale ha un’incidenza di circa 3-4 bambini per mille nati vivi. Ha inizio con una diminuzione del contenuto di ossigeno (O2) nel sangue, per questo è chiamata anche ipossiemia, ed è dovuta ad un insufficiente apporto di esso attraverso la placenta (prima o durante il parto) o all’assenza o insufficienza della respirazione (dopo la nascita).
Può coinvolgere numerosi organi e apparati, come conseguenza dell’alterazione del sangue, ma è l’interessamento del sistema nervoso centrale, ovvero l’encefalopatia ipossico ischemica, a minacciare in misura maggiore la salute del piccolo.
La mancanza di ossigeno rappresenta soltanto il primo evento, al quale ne seguono quindi molti altri come l’aumento dell’anidride carbonica (ipercapnia) e dell’acidità (acidosi) sempre nel sangue. Come conseguenza a questo si verificheranno una serie di eventi a carico delle cellule di molti organi ed apparati, ma soprattutto del cervello, come dicevamo sopra, che terminano nella cosiddetta necrosi o morte cellulare.
L’asfissia è gravata da una mortalità compresa tra il 10 e il 60% e tra i sopravvissuti una percentuale compresa tra il 25% e il 100 per cento, a seconda della gravità dell’encefalopatia, sviluppa danni cerebrali permanenti che possono compromettere seriamente un sereno sviluppo e che portano con sé handicap motori e intellettivi.
I meccanismi che determinano l’asfissia perinatale possono avere origine dalla madre, dagli annessi (cordone ombelicale o placenta) o dal feto-neonato.
Tra questi, prima del parto, possiamo annoverare il diabete, l’ipertensione arteriosa, le emorragie del 2° e del 3° trimestre, le infezioni, il poliidramnios, cioè l’abbondanza di liquido amniotico o al contrario l’oligoidramnios, la scarsità di liquido amniotico, infine la gravidanza multipla.
Per quanto riguarda le condizioni associate a sofferenza feto-neonatale e asfissia durante il parto ricordiamo, in particolare, il taglio cesareo, le presentazioni anomale del bambino (podalica, di faccia, di spalla), la rottura prematura delle membrane superiore a 24 ore, il liquido amniotico tinto di meconio o maleodorante, l’anestesia generale, il prolasso del cordone ombelicale, il distacco della placenta.
A tutte queste cause bisogna aggiungere i comportamenti inopportuni nello stile di vita, come l’abuso di droghe, alcool e fumo.
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