In questi giorni ci siamo occupati delle nuove linee del Ministero della Salute per l’assistenza delle donne in gravidanza. Tra le novità, c’è anche il taglio di alcuni esami. L’amniocentesi e la villocentesi non saranno più offerte gratuitamente a tutte le signore con più di 35 anni, ma solo a quelle a rischio (e di qualsiasi età), rischio che sarà valutato prima con un test combinato (eseguito tra la 11esima e 13esima settimana) che valuta l’età della mamma, i valori del sangue (la frazione beta libera di hCg e della proteina plasmatica A associata alla gravidanza) e la translucenza nucale.
Sappiamo bene che l’amniocentesi e la villocentesi sono importanti esami di screening per escludere malattie gravi, come la sindrome di Down. Purtroppo si è giunti a questa svolta perché secondo molti esperti la gravidanza in Italia è eccessivamente medicalizzata e lo dimostrano i dati del Cedap (Certificato di assistenza al parto) relativi al 2007.
Nell’84% delle gravidanze il numero di visite ostetriche effettuate e’ superiore a 4 mentre per ogni parto si fa una media di 5,1 ecografie (quando dovrebbero essere tre per le gestazioni prive di rischi). Le amniocentesi effettuate sono state il 15,4%, e diventano il 43% nelle madri con piu’ di 40 anni. Le nuove linee guida vogliono tagliare gli sprechi e offrire un servizio più alto: dunque esami gratuiti sì, ma solo se necessari, Vittorio Basevi del Ceveas, coordinatore del progetto delle linee guida, ha commentato:
Si tratta di introdurre una diversa pratica clinica per individuare le donne a rischio facendo dell’amniocentesi e villocentesi delle indagini di secondo livello.
Signore potrebbe essere una buona cosa, come una svolta negativa. Purtroppo le mamme che non potranno permettersi un esame simile, anche se non strettamente necessario, non potranno sperare nella sanità pubbliche. Ora più che mai, anche nell’assistenza medica durante la gravidanza, diventeranno ancora più importanti le prestazioni private (assai care).
Saranno molte le donne toccate da questo cambiamento. L’amniocentesi è la tecnica di diagnosi più usata, seguita dall’esame dei villi coriali (3,39%) e dalla funicolocentesi(0,6%). È più diffusa al Nord che al sud: nelle regioni meridionali si registra una percentuale al di sotto del 12% a eccezione della Sardegna, mentre i tassi più alti si hanno in Valle d’Aosta (37,1%) e Liguria (27,6%).
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