Si è appena conclusa la quindicesima edizione della Settimana Mondiale dell’Allattamento. Vecchie e nuove questioni sono tornate sul tavolo degli esperti. Tra queste l’annoso problema: perchè nonostante le raccomandazioni dell’OMS la gran parte delle neomamme non allatta il proprio bambino esclusivamente al seno fino ai sei mesi di età? In Italia infatti se una percentuale compresa fra il 60 e l’89 per cento di neomamme allatta alle dimissioni dall’ospedale, meno del 50 per cento di esse continua a farlo dopo i tre mesi.
Più precisamente, scende a meno del 50% la percentuale di mamme che pratica l’allattamento esclusivo e a meno del 69 per cento quella delle mamme che praticano l’allattamento misto. Dopo i sei mesi di vita del bambino poi, l’allattamento esclusivo precipita con percentuali inferiori al 10 per cento.
Il motivo? La paura di non farcela. Paura che, assicurano gli esperti, può però essere facilmente superata se la mamma, oltre ad essere molto motivata, ha frequentato corsi di preparazione alla nascita ed ha ricevuto il giusto sostegno dagli operatori sanitari. Ma attenzione! Anche il neopapà gioca un ruolo molto importante. Afferma infatti il dottor Giuseppe Giordano, neonatologo:
Il coinvolgimento del papà è molto importante perché fa letteralmente il cane da guardia, sostenendo la compagna e proteggendola da ingerenze familiari, spesso controproducenti. Nel percorso nascita incontro 500 coppie all’anno, dedico molto tempo all’allattamento al seno e dico che le donne motivate sono macchine da guerra. La loro motivazione ha però bisogno di essere sostenuta ogni tanto con una piccola stampella, una visita in corsia dopo la nascita o una mail dopo le dimissioni
Di fondamentale importanza anche la formazione del personale, aggiunge Enrico Bertino, infermieri, ostetrici e specializzandi e la promozione di campagne di sensibilizzazione che aiutino le donne che allattano a sentirsi meno sole. E le iniziative si moltiplicano in tutto il territorio nazionale.
[Fonte]
Photo credit | Think Stock
