Una donna può scoprire di aspettare un bambino quando sta ancora allattando il precedente. In questi casi, il consiglio che si riceve dalla maggioranza dei medici è quello di smettere l’allattamento. Tuttavia, se la gravidanza è fisiologica (sana) non ci sono dimostrazioni scientifiche su danni al feto durante l’allattamento. Al contrario, in presenza di disturbi come dolori al ventre, minacce d’aborto, perdita di peso e precedenti parti prematuri, può essere opportuno interrompere l’allattamento.
Molte donne si chiedono se le contrazioni uterine che si verificano durante l’allattamento possono rappresentare un pericolo per il feto o incrementare il rischio di un parto prematuro. In realtà le contrazioni da allattamento non sono più “pericolose” di quelle derivanti dai rapporti sessuali per cui, se la gravidanza è regolare, non c’è motivo di interrompere l’allattamento.
In linea di massima, si può dire che sia la gravidanza ad avere conseguenze per l’allattamento e non viceversa. Durante la gravidanza, infatti, la donna può notare una riduzione nella quantità di latte prodotta e un cambiamento nel suo sapore. Comunque, una donna nutrita adeguatamente può provvedere senza problemi sia al feto che al bambino da allattare, soprattutto se ha più di un anno di età. Se, invece, il bimbo che si allatta è più piccolo, è necessario che la donna tenga sotto controllo il proprio peso e quello del neonato e se necessario aumenti l’apporto calorico. Se la mamma dovesse notare una crescita lenta o irregolare del neonato, potrebbe decidere di integrare l’allattamento al seno con quello artificiale o con cibi solidi. Con la crescita del bambino allattato al seno, il peso potrebbe diventare un fastidio per la gravidanza ed è importante, quindi, che la donna trovi una posizione comoda per allattare senza gravare sul pancione.
Può succedere che fattori fisici e psicologici possano indurre una donna ad interrompere l’allattamento: dolori al seno o ai capezzoli durante la suzione e sentimenti contrastanti verso il bambino allattato. La cosa importante, in questi casi, è che le decisioni vengano prese liberamente dalla donna e che i suoi desideri siano gli unici fattori ad influenzarne le scelte. Se si sceglie di interrompere l’allattamento al seno è opportuno svezzare il bambino in modo graduale senza creare traumi al piccolo già provato dalla gravidanza della mamma.
E voi cosa ne pensate? Qualcuna di voi ha provato questa esperienza?
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