Durante i primi giorni di allattamento può succedere che il bambino incontri qualche difficoltà nella suzione. E’ possibile, infatti, che il neonato rifiuti il seno, non si attacchi correttamente o che sia troppo piccolo e debole per riuscire a succhiare. Diventa indispensabile, quindi, educare il piccolo al seno e per farlo può essere utile ricorrere alla cosiddetta alimentazione a dito. Si tratta di una tecnica ausiliare di nutrizione con la quale il latte viene somministrato attraverso un tubicino stretto attorno al dito di un genitore, collegato ad un contenitore con il latte materno. L’alimentazione a dito è efficace ed è preferita all’utilizzo del biberon. Questo perchè, a dispetto di quanto si possa pensare, succhiare dal biberon è completamente diverso dal succhiare al seno.
Per permettere al latte di uscire dal capezzolo, il neonato deve spremere il seno e per farlo deve posizionare in un modo specifico bocca, lingua, labbra e mandibola. Nel biberon, invece, una volta inclinato, il latte esce da solo e il bebè deve aspirarlo con la bocca e utilizzare la lingua per interrompere la fuoriuscita del latte. A causa di queste differenti tecniche di suzione, un bambino che si abitua ad un metodo farà fatica a passare all’altro. L’alimentazione a dito, invece, è molto simile all’allattamento al seno. Il neonato, infatti, per bere il latte deve posizionare la lingua in giù, spalancare la bocca e buttare la mascella in avanti. Anche il movimento della lingua è simile a quello che il neonato fa per succhiare dal seno. L’alimentazione a dito, quindi, è la soluzione migliore per preparare o rieducare il bambino a prendere il capezzolo.
Nello specifico l’alimentazione a dito può essere utilizzata quando:
– il neonato rifiuta il seno inizialmente o improvvisamente;
– il neonato tende ad addormentarsi durante l’allattamento al seno e non prende latte a sufficienza. E’ utile anche per svegliare il bimbo nei primi giorni di vita;
– il neonato non è in grado di attaccarsi correttamente al seno e non riesce a bere latte;
– i capezzoli della madre appaiono infiammati e si interrompe l’allattamento al seno per farli guarire.
Prima di procedere con l’alimentazione a dito è opportuno che il genitore si lavi accuratamente le mani e tagli le unghie delle dita che intende utilizzare. Poi, bisogna preparare tutto l’occorrente: un tubicino (5 F, lungo circa 36”) e un biberon con dentro il latte materno precedentemente tirato o il latte artificiale. Il tubicino deve passare attraverso il buco del biberon e immerso nel latte. E’ necessario trovare una posizione comoda sia per il genitore che per il bambino: il neonato deve stare in grembo al genitore con il viso rivolto verso di lui, la testa deve essere tenuta con una mano dietro il collo e le spalle. Il tubicino deve essere posizionato nella parte morbida del dito che si sceglie di utilizzare (è preferibile usare l’indice), tenendo presente che l’estremità del tubo non deve superare la punta del dito. Il tubo può essere tenuto stretto fra il pollice e il dito medio, posizionando l’indice sotto il tubicino. In alternativa si può scegliere di legare il tubo. Una volta sistemato l’occorrente, il genitore deve solleticare le labbra del neonato per fargli socchiudere le labbra. Il genitore deve, poi, spingere dolcemente in fuori il labbro inferiore del bambino e inserire il dito con il tubicino (con la parte morbida verso l’alto) nella bocca. Il dito deve essere tenuto il più dritto possibile. Il bambino inizierà a succhiare dal dito spontaneamente senza morderlo.
L’alimentazione a dito deve essere eseguita per un minuto o due per alcuni giorni a seconda della situazione. Una volta che il neonato ha succhiato dal dito, il genitore può provare a offrire il seno materno. Se il bambino incontra ancora difficoltà non bisogna scoraggiarsi ma tentare per diverse poppate.