Con agosto arriviamo nel vivo dell’estate: agosto è l’ottavo mese dell’anno, ma anche il mese centrale dell’estate, il mese delle vacanze, ma che al tempo stesso segna anche l’imminente inizio della scuola a settembre.
Un mese che ha sollecitato spesso e volentieri la fantasia di posti e scrittori: ecco cinque poesie semplici adatte anche ai bambini e dedicate proprio al mese di agosto, leggiamo Agosto di Roberto Piumini, Il Paese delle Vacanze di Gianni Rodari, Agosto di Federico Garcia Lorca, D’estate di Giovanni Pascoli, Dieci agosto di Giovanni Pascoli.
Agosto di Roberto Piumini
C’è un cuoco
che cuoce
un arrosto
lo cuoce
col fuoco
lo sala col mare
intorno al gran sole
lo fa rosolare,
lo fa rosolare
girando in tondo:
Agosto è quel cuoco,
l’arrosto è il gran mondo.
Il Paese delle Vacanze di Gianni Rodari
Il Paese delle Vacanze
non sta lontano per niente:
se guardate sul calendario
lo trovate facilmente.
Occupa, tra Giugno e Settembre,
la stagione più bella.
Ci si arriva dopo gli esami.
Passaporto, la pagella.
Ogni giorno, qui, è domenica,
però si lavora assai:
tra giochi, tuffi e passeggiate
non si riposa mai.
Agosto di Federico Garcia Lorca
Controluce a un tramonto
di pesca e zucchero.
E il sole all’interno del vespro,
come il nocciolo in un frutto.
La pannocchia serba intatto
il suo riso giallo e duro.
Agosto.
I bambini mangiano
pane scuro e saporita luna.
D’estate di Giovanni Pascoli
Le cavallette sole
sorridono in mezzo
alla gramigna gialla.
I moscerini danzano al sole
trema uno stelo
sotto una farfalla.
10 agosto di Giovanni Pascoli
San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh!, d’un pianto di stelle lo innondi
quest’atomo opaco del Male!