Acetone è il termine con il quale comunemente si intende l‘acetonemia (o chetosi). Si tratta di un disturbo frequente in età pediatrica (ne sono colpiti particolarmente i bambini dai tre anni di età), dovuto ad un disturbo di natura momentanea relativo al metabolismo. Accade così che l’oraganismo, bruciati tutti gli zuccheri, inizi con i grassi. Ciò provoca uno stato di malessere che si manifesta, tra l’altro, con nausea e vomito, quest’ultimo dapprima alimentare e poi biliare. Può accadere che si ripetano diversi episodi di vomito e che essi siano accompagnati da altri fastidi come mal di pancia e mal di testa, disidratazione, a volte anche febbre.
Per tutta la sua durata il bambino manifesta intolleranza nei confronti del cibo, il suo solo odore è motivo di fastidio ed anche qualora riesca a mangiare vomiterebbe subito quanto ingerito. Un altro dei sintomi è il caratteristico odore di acetone (o frutta marcia) dell’alito che si spiega grazie alla presenza del composto chimico ottenuto al termine del metabolismo dei grassi. Il disturbo dura all’incirca 2 giorni.
Nello specifico, alla base dell’acetone, c’è la chetosi, ovvero il fenomeno biologico in base al quale l’organismo, avendo bruciato tutte le scorte di zuccheri, passa necessariamente ai grassi. Ciò perchè si ritrova a corto di fonti di energia dalle quali attingere. Questo comporta, però, degli effetti collaterali fastidisiosi, quelli che si evidenziano, appunto, tra i sintomi dell’acetone.
Per tutta la durata del disturbo il bambino non potrà assumere cibi solidi, ma necessario sarà mantenerlo idratato. Cercate di farlo bere quanto possibile, anche in presenza di episodi di vomito. Andranno bene sia la semplice acqua zuccherata che il te e la camomilla, preferibilmente non caldi. Per rendere meno difficoltoso al bambino il reintegro dei liquidi somministrare pochi cucchiaini per volta, uno o due ogni 10 minuti, intensificando poi dopo qualche ora.
Photo Credit | Thinkstock