Con il termine aborto spontaneo si fa riferimento all’interruzione prematura e non voluta della gravidanza entro il termine di 25 settimane più 5 giorni; nella maggior parte dei casi però l’aborto spontaneo si verifica nel terzo trimestre di gravidanza, ovvero nelle prime 12 settimane di gestazione, e interessa il 15-20% delle gravidanze.
In genere quando l’aborto si verifica nelle prime settimane di gravidanza, si assiste all’espulsione completa di ciò che i medici definiscono materiale abortivo, ovvero la placenta e l’embrione; è questo l’aborto spontaneo completo che può manifestarsi con emorragia e dolore al basso ventre. I sintomi però scompaiono in pochi giorni e la successiva visita ginecologica non evidenzia alcuna traccia di gravidanza, al punto che una donna che non sapesse ancora di aspettare un bambino potrebbe ritenere che il sanguinamento doloroso coincida con la comparsa delle mestruazioni.
In caso di aborto spontaneo incompleto invece il materiale abortivo viene espulso dall’utero della donna solo in parte, in questo caso quindi l’emorragia e i dolori dovuti alle contrazioni uterine persitono fino a quando il ginecologo non interviene per eliminare i residui della gravidanza attraverso il raschiamento o l’isterosuzione.
In alcuni casi però l’aborto può avvenire in maniera silente, il materiale abortivo cioè resta in utero e la donna non accusa alcun sintomo quale dolore e sanguinamento se non diversi giorni dopo l’arrestarsi della gravidanza; si parla in questo caso di aborto interno (o aborto ritenuto) del quale, in genere, gli unici segni sono rintracciabili nella scomparsa di alcuni sintomi associati alla gravidanza come nausea e tensione mammaria. In questi casi la scoperta dell’interruzione della gravidanza avviene durante il controllo ecografico di routine.
Purtroppo il più delle volte non è possibile stabilire le cause dell’aborto spontaneo, soprattutto quando si tratta di condizioni transitorie, quando cioè a causare l’aborto sono eventi che non è detto si ripetano nella stessa donna che il più delle volte in seguito riesce a portare tranquillamente a termine la gravidanza successiva.
Diverso è invece il caso in cui gli aborti spontanei sono ripetuti, quando cioè la donna va incontro a due o più interruzioni spontanee di gravidanza consecutive (si parla in questo caso di aborto spontaneo ricorrente o abituale); in questi casi infatti occorre effettuare tutti gli accertamenti medici necessari per stabilire le cause di aborto, che possono essere le più svariate:
- cause genetiche e cromosomiche;
- cause immunologiche;
- cause materne quali patologie renali croniche, ipertensione arteriosa, diabete, patologie autoimmunitarie;
- anomalie dell’utero quali presenza di fibromi, utero setto e beanza cervicale, che possono causare aborti anche nel secondo trimestre di gravidanza.
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