Aborto sospeso a Jesi: tutti i medici sono obiettori, l’ospedale attende un dottore “esterno”

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Sono sempre più numerosi gli obiettori di coscienza e lo sono a tal punto da poter causare la sospensione del servizio d’interruzione volontaria di gravidanza? La risposta, purtroppo, è sì. Nella struttura di Jesi (provincia di Ancona), ci sono 10 ginecologi e tutti si rifiutano di praticare l’aborto.  Una situazione preoccupante, perché ovviamente mette a rischio l’applicazione della Legge 194.

L’ospedale di Jesi, ovviamente, non è l’unica struttura italiana. Sono tanti gli ospedali in cui usufruire dell’aborto (o semplicemente farsi prescrivere la pillola del giorno dopo) sta diventando difficoltoso. È vero che ci deve essere la libertà di scelta, da parte di un medico, di praticare o meno quello che si può considerare un intervento etico. È anche vero, però, che se la Legge lo prevede, in una struttura pubblica ci deve sempre essere un’alternativa (a garanzia di ogni opinione e di ogni religione). In Italia non è così.

Per questo motivo, sulla vicenda di Jesi è intervenuto anche l’assessore regionale Mezzolani, il quale ha garantito l’arrivo di un medico non obiettore proveniente da un altro ospedale che si occuperà di effettuare gli interventi di Igv. Intanto, i sindacati hanno ovviamente sollevato la polemica, a garanzia che questa soluzione sia solo l’inizio di un’operazione che assicuri l’aborto in tutte le strutture pubbliche.

Secondo i dati, su 2.458 interruzioni volontarie di gravidanza nel 2009 effettuate da donne marchigiane, quasi il 25 percento è stato eseguito fuori dalla provincia e il 10 percento in un’altra regione. Nelle Marche, infatti, i medici obiettori sono il 62 percento, il 50 percento degli anestesisti e il 43 percento del personale medico. Dati, tra l’altro, che si attestano sotto (di poco) la media nazionale. I sindacati hanno dichiarato al Quotidiano Sanità:

Il numero sempre più ampio di obiettori di coscienza e in generale i disagi e le difficoltà nell’attuazione della Legge 194 rischiano di svuotare nei fatti i contenuti della legge e, oltre a colpire le donne in un momento particolarmente difficile e delicato della loro vita, penalizza anche medici, anestesisti e infermieri non obiettori che vedono ricadere su di loro tutto il carico delle interruzioni di gravidanza.

 

Photo Credit| ThinkStock

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