A quale età e come introdurre fragole, crostacei, molluschi, frutta esotica, cioccolato, pesce, uova nella dieta dei nostri figli? Ecco alcuni consigli.
Come prima cosa va ricordato che spesso non è l’alimento in sé ad essere allergenico (la fragola o l’astice in sé), ma i diversi additivi utilizzati, ad esempio, per conservarlo o renderlo più appetibile al consumatore (i vari lucidanti o antimuffe). Ecco perché è sempre consigliabile, soprattutto per i nostri bambini, scegliere alimenti biologici o biodinamici, visto che in questo caso i protocolli impiegati non ammettono l’uso di tali “ingredienti”, così come l’uso di pesticidi.
Un consiglio di massima, inoltre, indicato per qualsiasi svezzamento, è quello di introdurre i cibi gradatamente e uno per volta. Attendete qualche giorno, inoltre, prima di riproporre a vostro figlio qualche alimento nuovo che non gli risulta gradito, in modo da verificare se il suo organismo è pronto per quella esperienza; attendete almeno una settimana invece per valutare la reazione dell’organismo del bambino a un cibo nuovo e poi aumentatene la quantità e la frequenza gradatamente. Un alimento ritrovato intatto nelle feci va temporaneamente sospeso: spesso già poche settimane dopo può essere accettato senza problemi.
Dal 12° mese è possibile introdurre più o meno tutti gli alimenti, tranne frutti di bosco e uova (intere) che sarebbe meglio inserire dopo i 18 mesi, soprattutto in caso di familiarità verso le allergie.
Sempre parlando di frutta, in caso di bambini con familiarità verso le allergie è consigliabile ritardare l’introduzione di fragole, pesche e agrumi, attendendo circa i 12 mesi per introdurli e facendolo una qualità per volta.
Riguardo la frutta esotica, direi che sarebbe bene evitarla nei primi anni di vita trattandosi di cibi che, dal punto di vista genetico, sono sconosciuti al nostro sistema digestivo: fino a 10-15 anni fa, infatti, erano tutto sommato sconosciuti anche al nostro palato.
Per lo stesso motivo è bene non introdurre troppo precocemente la banana, anche se bio o equosolidale. A tal proposito sarebbe bene che la banana non diventasse la tipica merenda del nostro bambino poiché occorre mangiare alimenti della nostra terra e nella stagione in cui crescono.
Per quanto riguarda i latticini, sono indicati i formaggi molli, ma senza additivi; quelli stagionati, compreso il parmigiano, andrebbero offerti al bambino con moderazione, dal momento che sono troppo ricchi di proteine e grassi, troppo acidificanti e contengono sostanze, come la tiramina, che possono dare prurito.
Evitare rigorosamente nei primi anni di vita i molluschi e i crostacei, come ad esempio l’aragosta o l’astice, così come i pesci conservati. Il pesce è meglio venga introdotto dopo l’anno, preferendo varietà di piccola taglia in modo da diminuire il più possibile il rischio della presenza di metalli pesanti, in particolare mercurio.
Il cioccolato è tossico per il fegato dei bambini se mangiato come alimento in sé, se invece viene consumato all’interno di un pasto, con del pane o in una torta, va bene, sempre senza esagerare o senza utilizzarlo come premio. Introdurlo, comunque, gradatamente e dopo l’anno e mezzo-due anni di età.
La frutta secca o oleosa (noci, nocciole, mandorle, pinoli, ecc.) va bene se mangiata da sola (non a fine pasto) e non mescolata ad altre fonti proteiche, ma accompagnata al pane o a frutta fresca e yogurt dopo averla tritata o ridotta in polvere (un’ottima merenda). Ha, infatti, un elevato contenuto proteico e lipidico e rischia di essere poco digeribile. Va introdotta, però, solo dopo i 12 mesi facendo attenzione alle possibili allergie, in particolare se in casa ci sono altri casi di intolleranza a questi alimenti.