I pro e i contro delle dimissioni precoci

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neomamme

In Italia, in passato le neomamme rimanevano in ospedale anche 15 giorni dopo il parto. Oggi, invece, si è radicata una tendenza completamente diversa: dimettere le mamme e i nascituri dopo 2 o 3 giorni dal parto. Si tratta delle cosiddette dimissioni precoci in cui il neonato viene mandato a casa a 48 ore di vita. Le dimissioni precoci sono divenute la norma nella maggior parte degli ospedali italiani dove, in caso di parto naturale perfettamente riuscito e se il bambino è nato a termine, sano e di peso adeguato (che non perda più del 10% del peso iniziale durante il calo fisiologico) si dimettono mamma e neonato dopo 48 ore dal parto. Anche i tempi di degenza del cesareo sono cambiati: oggi, in caso di cesareo senza complicanze, le mamme possono essere dimesse già dopo 3 o 4 giorni grazie anche al minor tempo di recupero permesso dall’epidurale. La scelta dei tempi di degenza è, comunque, ancora molto dibattuta. Per i sostenitori delle dimissioni precoci, tempi di degenza ridotti comporterebbero vantaggi sia per gli ospedali che per mamme e bambini.

Le strutture ospedaliere, infatti, traggono dalle dimissioni precoci un reale beneficio economico con un notevole risparmio per le unità ostetrico-neonatologiche. Con una degenza breve, inoltre, l’evento della nascita ritorna ad essere un qualcosa di naturale e il parto non viene eccessivamente medicalizzato a completo vantaggio del legame mamma-bambino. In assenza del rooming-in, infatti, se le mamme e i neonati vengono trattenuti a lungo in ospedale il loro legame non viene favorito. Le dimissioni precoci, invece, favoriscono la relazione madre-figlio e il coinvolgimento del padre e di eventuali fratelli o sorelle.

Lo scetticismo verso le dimissioni precoci, invece, riguarda soprattutto la salute della mamma e del neonato. Ribadendo che le dimissioni precoci possono essere attuate solo  in caso di bambini sani, nati a termine e con parto naturale, di peso adeguato e valori nella norma, esistono, comunque, delle complicazioni che possono emergere dopo le 48 ore di vita del neonato. Nello specifico, dopo i primi giorni di vita possono insorgere nel bambino disturbi nell’alimentazione e nell’accrescimento, itteri non fisiologici, cardiopatie congenite, disturbi metabolici e infezioni. Anche le mamme potrebbero incorrere in problematiche sia fisiche che psicologiche. Le neomamme, infatti, senza l’assistenza ospedaliera possono sentirsi disorientate una volta tornate a casa e possono incontrare difficoltà nell’allattamento al seno soprattutto se non è comparsa ancora la montata lattea.

In caso di dimissioni precoci sarebbe, quindi, opportuno, poter effettuare tutti gli esami e gli screening di routine a mamma e neonato entro le 48 ore per poi ripeterli dopo qualche giorno e prevedere fin da subito l’intervento del pediatra di famiglia. Sarebbe necessario, inoltre, prevedere un adeguato follow-up delle neomamme a domicilio o presso strutture specializzate. Le dimissioni, infine, dovrebbero essere personalizzate e concordate insieme da medici e dalle neomamme che devono sentirsi pronte a gestire da sole il proprio bambino.

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