La gravidanza è un evento che interessa e modifica i diversi apparati dell’organismo femminile, compreso quello digerente, e gli effetti che tali cambiamenti comportano possono manifestarsi anche attraverso piccoli malesseri o fastidi che compaiono nel corso dei nove mesi per risolversi quasi sempre in modo spontaneo dopo il parto.
Tra questi rientra sicuramente l’alterazione del gusto e dell’olfatto che, assieme a nausea, vomito, salivazione abbondante, bruciori di stomaco e variazioni dell’appetito, rappresenta uno dei segnali più immediatamente riconoscibili dell’avvenuto concepimento; in particolare, già a cominciare da 10-15 giorni dopo la sospensione delle mestruazioni può capitare di trovare insopportabili odori che fino a poche settimane prima non provocavano alcuna reazione negativa o addirittura risultavano molto graditi; ciò sembra valere specialmente per gli odori del caffè, del tabacco, della carne e del pesce.
Qualcosa di molto simile accade anche al senso del gusto che, divenendo più ricettivo e sensibile, tende spesso ad alterare la sensazione che si era provata fino a quel momento mangiando un alimento che, d’improvviso, può sembrare diverso e magari non piacere più. Infine, a peggiorare la situazione contribuisce la comparsa di un sapore metallico nella bocca della futura mamma, altro fenomeno piuttosto comune nei nove mesi.
È soprattutto l’aumento della concentrazione degli estrogeni nel sangue della donna, finalizzato ad adattare il suo corpo ad ospitare e sviluppare il feto a determinare tra gli altri effetti questa sensibilizzazione di gusto e olfatto che divengono più fini e acuti
Per quanto riguarda l’alterazione del gusto, un’altra causa rilevabile è la riduzione di acido cloridrico, la sostanza prodotta nello stomaco per favorire la digestione del cibo: durante i nove mesi la sua quantità si riduce rispetto alla norma e, per compensare tale carenza, l’organismo manifesta una maggiore predisposizione verso cibi più aciduli che non necessariamente risultavano graditi prima del concepimento.
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