Sono numerose le problematiche a cui vanno incontro i bambini nati prematuramente. Le più gravi riguardano, senza dubbio, lo sviluppo polmonare e la respirazione. La scienza e la tecnologia, anche in questo caso, offrono una soluzione innovativa ed efficace. Si tratta di una sofisticata tecnica di respirazione assistita detta Ventilazione oscillatoria ad alta frequenza che ha dimostrato fin da subito la stessa efficacia della ventilazione tradizionale ma minori complicazioni per il neonato. A dimostrarlo è uno studio internazionale, chiamato Pre-VILI, condotto dal Gruppo Prevention of Ventilatory induced long injury a cui appartiene anche l’Unità operativa di Terapia Intensiva Neonatale (TIN) del Policlinico Gemelli di Roma.
Cos’è la Ventilazione ad alta frequenza oscillatoria?
La ventilazione ad alta frequenza oscillatoria (HFOV) è una tecnica di respirazione assistita impiegata nel trattamento dell’insufficienza respiratoria del neonato prematuro con ottimi risultati. A differenza della ventilazione tradizionale, con cui il neonato viene fatto respirare ad un ritmo di 30-60 respiri al minuto, con la nuova tecnica l’aria viene pompata continuamente nei polmoni che oscillano ad una frequenza di 600-900 oscillazioni al minuto.
Benefici della Ventilazione ad alta frequenza oscillatoria
Dallo studio Pre-VILI, è emerso che la ventilazione ad alta frequenza oscillatoria determina una notevole riduzione delle complicanze per il neonato. Nello specifico, è stata riscontrata una diminuzione dei tempi medi di ventilazione (da 7-8 giorni del 2001 a 2-3 giorni del 2009) e dell’incidenza delle patologie polmonari (dal 30% al 3%).
La HFOV riduce:
– i rischi di un intervento chirurgico per chiudere il dotto di Botallo (un dotto sanguigno che nei nati a termine si chiude evitando il passaggio di sangue all’arco dell’aorta);
– le forme gravi di retinopatia (problemi dell’apparato visivo causate da un incompleto sviluppo dell’occhio nel neonato);
– il danno polmonare indotto dalla ventilazione meccanica (VILI). La ventilazione non convenzionale riduce il volutrauma (eccessivo volume corrente erogato) e l’atelettrauma (bassa o inadeguata pressione di fine espirazione).