Abbiamo appena saputo di aspettare un bambino e già nella nostra mente ci chiediamo se sarà maschio oppure femmina, poi passano le settimane e ci finalmente ci rivelano il sesso e noi iniziamo a fantasticare, cosa farà da grande, che studi affronterà, sogniamo di segnarlo a calcio se è un maschio oppure a danza se è una bambina. Si avvicina il parto e già abbiamo comprato il corredino in tinta e decorato la cameretta a seconda del sesso, magari con Hello Kitty o Topolino. Noi tutti pensiamo che il cervello dei nostri bambini, sia già orientato verso certi comportamenti tipici dell’essere maschio o femmina ed invece da molte ricerche emerge che invece il cervello è inizialmente neutro e siamo noi genitori che lo coloriamo a seconda del sesso, cioè li stimoliamo ad assumere certi comportamenti stereotipati come ad esempio farli giocare o con le macchinette oppure con le bambole.
Nelle preferenze legate al sesso molto dipende da noi e solo una piccola parte dipende invece dalla quantità di testosterone che il feto ha respirato nel l’utero materno, se ci riflettiamo molti atteggiamenti sono unisex, ma siamo noi poi che li incitiamo o li reprimiamo a seconda del fatto che siano messi in atto da un maschio oppure da una bambina, come ad esempio l’aggressività. L’aggressività è un tratto maschile che però spesso è tipico anche delle femmine, all’asilo non vi è mai capitato di vedere bambine che danno pugni, calci o morsi? Culturalmente questo però non è accettabile e dunque i genitori tendono a condizionare questo comportamento perché “non sta bene”. Stesso discorso per il potenziale emotivo delle femmine, non è che i maschetti siano insensibili, siamo noi che li orientiamo a reprimere l’emotività condizionandoli per la vita nel dover essere “uomini” e a non mostrare mai ciò che provano.
Dunque alla nascita ogni piccolo o piccola che sia è come un foglio di carta bianca sul quale siamo noi che decidiamo quale colore usare, perciò forse dovremmo porre più attenzione a non condizionare in modo eccessivo le loro preferenze e i loro comportamenti. Saranno loro, così, a poter scegliere di quale tonalità di colore essere!
Anche gli adulti vengono condizionati: pensiamo alle tv dove siamo bombardati in fatto di sport dal calcio e dai motori. Quando usciamo siamo bombardati da spot sull’acqua da bere in bottiglie di plastica (acqua meno controllata di quella che esce dal rubinetto), biancheria intima e reggiseni (in realtà dannosi!), automobili (cartelloni e concessionarie).
Siamo tutti vittime.
Cmq..un pò troppa pubblicità in questo blog
Perdonatemi ma non sono per niente concorde con l’autore del post.
Se è normale che un bambino, un neonato non abbia ancora coscienza di sè e del proprio sesso questo non significa che io, genitore, lo sto “condizionando” ad essere maschio o femmina a seconda di come lo vesto o come lo educo.
Si nasce maschi quando si hanno organi genitali maschili e femmine quando si nasce con gli organi femminili. Stop, niente di più semplice. Io non condiziono il bimbo quindi ma lo tratto semplicemente per come è nato.
Sono la libidine, il senso di trasgressione o quantità alterate di testosterone che “condizionano” successivamente l’individuo che pur nascendo maschio desidera essere/comportarsi come femmina (e viceversa). Certamente io da genitore lo educo per come è nato (e per come natura ha voluto) e spero per lui/lei che non si faccia “condizionare” dalle cose su scritte.