Nel cuore della notta mamma e papà sentono provenire un urlo dalla cameretta del proprio bambino. Preoccupati accorrono e lo trovano seduto sul letto, gli occhi aperti e l’aria spaventata. Talvolta parla persino. Si avvicinano per consolarlo, ma si accorgono che in realtà dorme ancora, anzi svegliarlo è piuttosto difficile. Dopo qualche momento però il piccolo si adagia nuovamente sul letto e riprende tranquillo il suo riposo come se nulla fosse accaduto.
Sono in molti genitori che possono dire di avere avuto questa brutta esperienza, che non è poi così terrorizzante come appare. Cosa è accaduto? Questo fenomeno si manifesta piuttosto di frequente nei bambini a tre-quattro anni di età e va sotto il nome di terrore notturno (pavor nocturnus). A differenza degli incubi, i terrori notturni si verificano durante la fase di sonno profonda, ovvero la fase di sonno non-REM, nella quale normalmente non si sogna e il bambino non ne serba alcun ricordo il giorno seguente.
Il pavor nocturnus è un disturbo del sonno del quale non si conoscono ancora esattamente le cause ma che non appare correlato a disagio o disturbi psichici nel bambino, nè a particolari patologie neurologiche, e che non lascia conseguenze anche quando si verifica di frequente, caso in cui tende comunque a sparire da solo con il tempo. Ma cosa possono fare i genitori che si ritrovano alle prese con questo problema?
Anzitutto, si raccomanda di non svegliare mai il bambino durante l’episodio. Se il terrore notturno si ripete ogni notte alla stessa ora (in genere dopo due-tre ore dall’addormentamento) può invece essere utile svegliare il bambino qualche minuto prima dell’ora consueta e restare con lui finchè non sarà passata abbracciandolo e parlandogli dolcemente. In ogni caso però se il problema dovesse persistere vi consigliamo di parlarne al pediatra, che saprà consigliarvi per il meglio.
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