Secondo la definizione del Ministero della Salute si può parlare di fumo passivo quando una persona respira involontariamente il fumo di tabacco consumato da altri; questo tipo di esalazioni nocive rappresenta uno dei principali agenti inquinanti degli ambienti chiusi e contiene diverse migliaia di sostanze chimiche irritanti e/o cancerogene.
Purtroppo fra le vittime del fumo passivo troviamo soprattutto i bambini; questi infatti quando uno o entrambi i genitori fumano respirano essi stessi il fumo di sigaretta; questo vale, non solo quando si fuma in loro presenza, ma anche, come vi ha già raccontato Micol nel suo post sul fumo di “terza mano”, anche quando i piccoli frequentano degli ambienti in cui si fuma solo quando sono assenti a causa delle altrettanto nocive particelle combuste che rimangono intrappolate nei tessuti. Ragione per cui anche questo può definirsi a buon diritto fumo passivo.
Ne consegue che non si dovrebbe assolutamente mai fumare in casa neppure nelle ore in cui il piccolo è a scuola o a giocare con i compagnetti. Il fumo passivo infatti è per i bambini ancora più pericoloso di quanto non sia per gli adulti: questo perchè i piccoli hanno delle vie respiratorie più piccole e respirano più frequentemente risentendo così dei danni del fumo in maniera maggiore e più immediata. Il risultato? Spesso il bambino sviluppa disturbi quali bronchiti simili ad asma, tosse, raffreddore e otiti.
Ma c’è di più: alcuni dei numerosi studi condotti sui danni del fumo passivo hanno dimostrato che i bambini che vi sono esposti, così come gli adulti, vedono aumentato non solo il rischio di insorgenza di patologie delle basse vie respiratorie, ma anche quello di cancro ai polmoni una volta adulti. E’ fondamentale quindi, se proprio non si riesce a smettere, che non si fumi mai nè in presenza del piccolo nè in casa, ma che lo si faccia sempre fuori dall’abitazione e ci si cambi gli abiti prima di prendere il bambino in braccio.
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