Il parto in casa: cosa c’è da sapere

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decidere di partorire in casaIn Italia non è molto diffuso ma spostandoci in Olanda la percentuale di mamme che decidono di partorire in casa è piuttosto elevata (circa una donna su tre mentre in Italia, secondo i dati dell’Associazione differenza maternità siamo intorno allo 0,4%). Ma intorno agli ’50 da noi era prassi piuttosto comune partorire in casa con l’ausilio di una levatrice.

Come contenuto all’interno dell’ultimo numero di Viversani & Belli però il parto in casa sebbene sia un’esperienza più naturale del parto in ospedale non è indicata per tutte le donne. Possono ricorrere al parto in casa le donne che hanno valori normali di pressione, che non hanno malattie come ad esempio il diabete gravidico e che non soffrono di anemia. Molto importante anche la posizione del bambino (deve trovarsi in posizione cefalica) e che la sua crescita nei nove mesi di gestazione sia stata regolare.

In ogni caso prima di decidere se partorire a casa o in ospedale è sempre bene consultarsi con il proprio ginecologo.
Chi decide di partorire in casa dovrà rivolgersi ad un’ostetrica (che deve essere preparate e sapere riconoscere anche eventuali situazioni a rischio) a proprie spese (il costo è di circa euro 2000); in alcune regioni il parto a domicilio è invece gratuito. E’ bene ricordare che in caso di complicanze impreviste deve essere garantito il trasporto del piccolo e della mamma in ospedale.

La madre poi dovrà ovviamente predisporre la camera da letto e organizzarsi per trovare tutto il necessario per l’igiene del neonato.

Per maggiori informazioni potete rivolgervi alla vostra asl o dare un’occhiata al sito web www.nascereincasa.it (vi consiglio di leggere anche le testimonianze delle mamme che hanno deciso di partorire in casa).

Insomma partorire in casa sì ma a patto che le condizioni di salute della mamma e del piccolo siano sicure e soprattutto che la mamma sia realmente convinta di questa scelta.

Informazioni reperite all’interno del numero 10 del 5 marzo 2009 di Viversani & Belli

8 commenti su “Il parto in casa: cosa c’è da sapere”

  1. Ottima l’idea di parlare del parto in casa. Una sola osservazione: per esperienza personale di mamma di due bimbi nati in casa e come osservatrice e scrittrice di libri sull’argomento, posso assicurare – a proposito della frase “In ogni caso prima di decidere se partorire a casa o in ospedale è sempre bene consultarsi con il proprio ginecologo” -, che nel 99,9 per cento dei casi consultarsi con il ginecologo significa rinunciare automaticamente a fare questa esperienza. I ginecologi sono figure professionali preposte alla cura della patologia, cosa che nel parto in casa non puo’ assolutamente essere presente, ne’ nella mamma ne’ nel bambino (come avete ben spiegato nell’articolo). L’approccio del parto ‘hi tech’ e’ tutto basato sui rischi e sugli interventi chimici e chirurgici, fondamentali in caso di patologie, ma da evitare se la gravidanza e’ a basso rischio e se si vuole partorire ‘secondo natura’ (ovviamente dopo tutte le analisi, i colloqui con l’ostetrica, con cui e’ fondamentale instaurare un rapporto di fiducia, e il confronto con il partner e con la propria disponibilita’ a gestire il dolore, utilizzando tecniche naturali e non chimiche).
    Un saluto

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    • @Elisabetta

      Grazie per il tuo commento..
      Personalmente ritengo che sia importante anche ascoltare il parere di chi, in questo caso il ginecologo, ha seguito la gravidanza fin dall’inizio.
      Voglio dire che deve comunque sia trattarsi di una scelta consapevole ed in cui gioca una parte anche la figura del medico.

      Importantissimo il dialogo fra i partner e il coinvolgimento di una brava ostetrica ma non penso sia giusto escludere il parere del ginecologo.

      Grazie e a presto,

      Martina

  2. @ Martina:
    Anch’ io non penso sia giusto escludere il parere del ginecologo, anche perche’ nessuna ostetrica acconsentira’ mai ad assistere un parto in casa senza essere sicura che ci siano le condizioni previste per farlo (il parto domiciliare e’ sempre attentamente selezionato). Basta solo che sia un ‘parere’ e non un ‘giudizio’ sulla scelta, che spetta solo alla donna, dopo naturalmente averla valutata bene. Cosa che spesso non accade…
    Chi opta per il parto tra le mura domestiche non metterebbe mai a rischio la sua vita o quella del suo bambino. E le evidenze scientifiche dimostrano che, a parita’ di condizioni, la coppia mamma-bimbo dal parto in casa trae sicuramente piu’ benefici rispetto all’ospedalizzazione e alla medicalizzazione.
    Grazie a te e a presto
    Elisabetta

    Rispondi
    • @ Elisabetta

      infatti l’importante è che ci sia trasparenza e correttezza nelle informazioni
      🙂

      a presto,

      Martina

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