È di soli 20 secondi il tempo di sommersione che indica il tempo che passa dal momento in cui un bambino comincia ad avere difficoltà in acqua a quello in cui sparisce sotto.
Un tempo breve, brevissimo, che conferma come distrarsi anche solo un attimo possa essere fatale per il bambino: è esattamente quello che è accaduto a un bambino di 4 anni della provincia di Caserta, morto annegato nella piscina di un ristorante dove si stava svolgendo i festeggiamenti di un matrimonio.
Il numero degli incidenti in acqua
I dati non sono affatto confortanti: secondo gli ultimi dati a disposizione nel rapporto sugli incidenti in acqua dell’Istituto superiore di sanità pubblicato nel 2016, tra il 2010 e il 2012 in Italia sono morte per annegamento 1129 persone, di cui 73 erano bambini con meno di 14 anni.
I motivi dell’annegamento
Naturalmente il bambino annega dato che finisce in acque troppo profonde anche in relazione all’altezza del bambino stesso.
E se le acque possono anche non essere troppo alte, l’altezza dell’acqua, anche minima, può risultare fatale per il bambino.
Ricordate che naturalmente il miglior antidoto è sapere nuotare: la sicurezza dei bambini dipende molto dall’educazione alla sua sicurezza in acqua, ma ricordate anche che la sorveglianza non è mai troppa, Naturalmente esistono anche dei rischi specifici di cui tenere conto.
Il fondo irregolare di fiumi e laghi
Fiumi e laghi sono tendenzialmente sempre pericolosi dato che presentano fondali poco uniformi, acqua torbide oppure correnti molto forti: in questi casi il bagno va fatto solo nelle aree appositamente circoscritte.
Le correnti del mare
Nel caso del mare, il rischio maggiore arriva invece dalla presenza di buche in cui l’acqua diventa improvvisamente profonda dove il bambino non tocca più.
Il decalogo del buon genitore
E direttamente dal Ministero della Salute il decalogo del buon genitore per la tutela di bambini e adolescenti.
Ecco i consigli
Educa i tuoi figli a una buona acquaticità, dai primi bagnetti alla prima scoperta del mare: se non sai come affrontare con sicurezza l’ambiente acquatico informati e apprendi.
Stimola la sua acquaticità rispettando i suoi tempi di apprendimento. la comunicazione, il gioco e la prudenza sono alla base di tutto.
Ricorda che la confidenza dell’acqua sul viso va stimolata con specifiche procedure e che la corretta respirazione in acqua è il vero ABC dell’ambiente acquatico.
In acqua con i tuoi bambini gioca, divertiti ma valuta sempre le tue e le sue capacità natatorie. Inoltre rispetta e fai rispettare ai tuoi figli i divieti di balneazione.
In barca o sul gommone prendi visione delle norme. Indossa e fai indossare il giubbotto salvagente ai bambini. Se avvisi una boa con una bandierina stai almeno d 100m di distanza, significa che c’è un subacqueo in immersione.
Ricordati che l’apnea è pericolosa anche in un metro d’acqua! Fai ammirare i fondali ai tuoi bambini, ma al primo bisogno di respirare digli di riemergere. Nell’apnea utilizza sempre il sistema di coppia: uno in superficie e l’altro si immerge. E utilizza sempre il pallone segnasub!
Non togliere i braccioli o un bracciolo per vedere se stanno a galla, sgonfiali gradualmente e verifica la loro dinamicità e il loro galleggiamento.
La maggior parte dei laghi e dei fiumi non è balneabile: in acque torbide e prive di sorveglianza evitate la balneazione anche se siete nuotatori esperti. Ogni azione genera una conseguenza: non avere comportamenti eccessivi e sii un genitore prudente.
Attenti a dove vi tuffate! Il fondo deve essere libero e la profondità deve essere adatta a evitare incidenti. Inoltre rispetta l’ambiente acquatico marino: guardare e non toccare. Alcune specie possono essere pericolose!
Tieni sempre a vista i bambini nelle piscine, nei parchi acquatici e nei tratti di mare, anche se sono sorvegliati da bagnini. Tienili a vista anche quando hanno i braccioli o altri ausili per il galleggiamento!
BAMBINI IN ACQUA, IL DECALOGO DELLA SICUREZZA
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