L’educazione sessuale per i ragazzini di 12-13 anni? Resta un bel mistero anche se gli stessi ragazzini sembrano essere abbastanza informati sui dettagli ‘tecnici’ del sesso che molto probabilmente, anche se in modo approssimativo, sembrano aver appreso dai siti internet.
A sottolineare lo stresso rapporto fra la formazione sessuale e il web, è la Onlus SexPass, associazione no profit nata spontaneamente due anni fa su iniziativa della ginecologa Stefania Piloni e che adesso organizza “corsi di educazione sessuale e sentimentale” per genitori, ragazzi dai 13 ai 16 anni, ma anche scuole.
E se il dialogo fra genitori e figli su prevenzione e contraccezione resta ancora un tabù, è anche vero che il dialogo sarebbe fondamentale per eliminare dubbi e tabù che attanagliano i ragazzi.
Per cercare di affrontare al meglio il discorso, ecco 5 accorgimenti per i genitori e le scuole forniti dagli esperti di SexPass.
Internet e la realtà
Impossibile evitare che i ragazzi e le ragazze si colleghino a internet. Meglio parlare insieme della possibilità di connessione cercando invece di concentrarsi sulla possibilità correggere informazioni sbagliate che hanno ricevuto.
Aprire uno spiraglio e parlare di sé
Parlare delle proprie esperienze, anche quelle negative, è un ottimo modo per mettersi in contatto con i ragazzi. Si potrebbe anche partire dalla visione di un film (tipo Laguna Blu) per affrontare l’argomento.
Papà parli con il maschio, mamma con la figlia?
No, non esiste alcuna regola legata al genere perché tutti e due i genitori possono parlare quando capita il momento più opportuno. Sempre da evitare però le lezioni pseudo-scientifiche, ma cercare di approcciare con serenità l’argomento.
Pediatra, ginecologo, andrologo?
I genitori possono cominciare il discorso sul piano soprattutto sentimentale oltre che sessuale senza avere il timore di rivolgersi ad un esperto, pediatra, ginecologo e andrologo, per spiegare al ragazzo come e perché cambiano il corpo e le pulsioni.
Come parlare a scuola
Lezione tipica sull’apparato sessuale umano. Nessun ragazzo porrà alcuna domanda, ma è necessario cambiare i codici comunicativi.
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