Torna la moda, forse mai dimenticata, del co-sleeping tanto in Italia quando all’estero: dormire insieme nel lettone torna a fare tendenza anche se si tratta di un comportamento non del tutto riabilitato dagli studi.
Di certo è un atteggiamento demonizzato qualche decennio fa e adesso solo più tollerato: di fatto è un fenomeno in netta crescita.
La ricerca condotta dalla Stony Brook University di New York, ha dimostrato che il co-sleeping aiuta il bambino a sentirsi coccolato dalle carezze e dall’odore dei genitori e non incide negativamente sullo sviluppo psicologico o relazionale del piccolo.
Lo studio conferma che la prima persona che 4 bambini su 5 cercano non appena aprono gli occhi è la mamma mentre cercano il papà prima di mettersi a letto come conferma lo studio condotto su quasi 100 coppie che erano solite praticare il bed-sharing con i propri figli. E la ricerca condotta da PerDormire, sulla scia di quella americana e in occasione della Festa della Mamma (condotta su un campione di 800 famiglie italiane), ha dimostrato che si tratta di una tendenza che tende a protrarsi anche dopo i 5 anni di età dei bambini in 1 caso su 5.
Di fatto la pratica del co-sleeping sembra essere bene accetta dai genitori italiani perché rafforza il loro legame: il 54% dei genitori ammette di non riuscire a trascorrere abbastanza tempo con i propri figli durante il giorno. Esiste poi una differenza di genere visto che sono soprattutto i maschi (58%) a desiderare di più di dormire di fianco a mamma e papa, mentre tendono ad essere più autonome le femmine che il 72% dormono volentieri nella loro cameretta.
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