Dimenticate i tempi in cui erano solo ed esclusivamente le mamme ad occuparsi dei bambini: è boom di papà babysitter che chiedono il congedo parentale per poter accudire i neonati (ma si fa riferimento anche alle nascite, alle adozioni o agli affidamenti) occupandosi di loro dopo la maternità obbligatoria della madre.
Il congedo di paternitò chiaramente è alternativo al congedo di maternità della madre e è fruibile dal padre lavoratore dipendente anche adottivo e affidatario, entro e non oltre il quinto mese di vita del figlio. I dati parlano chiaro visto che nel corso di pochi anni la percentuale è praticamente raddoppiata: nel 2015 sono state circa 44.400 le richieste di congedi di paternità a fronte delle 19.586 richieste arrivate nel 2008. Si è passati da un percentuale del 7% dei genitori nel 2008 che inoltravano richiesta di congedo di paternità a fronte del 15% che si è registrato nel 2015.
CONGEDO PARENTALE, CRESCE IL NUMERO
Si parla di record, ma in effetti i dati emersi da una recente ricerca UHY Italy, network che raggruppa società di consulenza fiscale, revisione e consulenza del lavoro, conferma che l’Italia si sta semplicemente attestando sugli altri standard europei. Il numero annuale di permessi è cresciuto nel tempo ed è passato da 263.000 del 2008 a 300.000 richieste ricevute nel 2015.
Nel corso degli ultimi 8 anni sono stati oltre 240.000 i padri lavoratori dipendenti che hanno potuto e voluto beneficiare del congedo parentale, a fronte di 2 milioni di donne. Insomma un dato che pare essere in controtendenza con il calo delle nascite registrato nel corso degli ultimi anni.
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