Il nome scientifico è sideropenia latente, ma più comunemente viene conosciuto come deficit di ferro che resta un problema quasi sottovalutato, ma molto diffuso soprattutto in bambini di età inferiore ai tre anni.
La minore presenza di ferro, un micronutriente essenziale nei primi anni di vita, rischia infatti di compromettere la sintesi dell’emoglobina finendo per causare rendimenti scolastici minori, ritardo nello sviluppo psicomotorio, abbassamento del sistema immunitario e infine anemia.
Per evitare il peggio è allora indispensabile individuare da subito la carenza di ferro prima che possa diventare una vera e propria emergenza. Se pallore del volto, per dita della concentrazione e facilità a stancarsi sono i sintomi principali della carenza di ferro, per capire davvero la situazione sono indispensabili emocromo e ferritinemia prescritta dal pediatria.
ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI DURANTE L’INVERNO
La prevenzione a tavola è indispensabile e soprattutto nei primi 36 mesi di vita: no a diete restrittive o eccessivamente ricche di proteine. Se il buon esempio parte sempre dalla famiglia, è vero che a tavola non devono mancare alimenti ricchi di ferro come carne, pesce, uova, legumi e cereali.
Attenzione anche allo svezzamento: troppo spesso viene somministrato ai bambini l’uso di latte vaccino che invece andrebbe evitato nel primo anno di vita e se possibile fino al secondo.
Il latte vaccino contiene meno ferro rispetto al latte materno o nei latti in formula (per bambini sotto i 12 mesi) e di crescita (per bimbi da 12 a 36 mesi). Sbagliato anche sostituire il latte con bevande di origine vegetale come il latte di riso più ricco di carboidrati, ma carente di elementi importanti, esattamente come il ferro.
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