Sono anni che lo sentiamo ripetere: le nausee in gravidanza sono un sintomo positivo. Ovviamente non possiamo far altro che crederci, anche perché ci deve essere una giustificazione a quello che per alcune è un disturbo fortissimo e invalidante. Esiste una risposta scientifica.
Una ricerca, pubblicata sulla rivista Jama Internal Medicine, ha studiato un campione di donne coinvolte in uno studio per valutare l’efficacia dell’aspirinetta nel ridurre il rischio di aborto in chi ne ha già sofferti altri. Allo studio dunque partecipavano donne con una o due perdite alle spalle, che stavano cercando una nuova gravidanza e alle quali era stato chiesto di tenere un diario quotidiano per tutto il periodo della ricerca e per le prime otto settimane di gravidanza. Nel diario dovevano essere annotate una serie di abitudini e condizioni, tra le quali gli episodi di nausea o vomito.
Che cosa è emerso? Circa 800 tra le partecipanti sono rimaste incinte nel periodo preso in considerazione e circa un quarto di loro ha avuto un aborto (nella maggior parte dei casi intorno alle 7 settimane di gravidanza). Analizzando i dati i ricercatori si sono accorti che l’aborto è stato più frequente per le donne che non avevano sofferto di nausea o vomito. In particolare, per chi aveva avuto nausea c’è stato un 50% in meno di rischio di aborto e per chi ha avuto anche vomito il rischio si è abbassato addirittura del 75%.
È un esisto interessante, che ci deve far vedere il bicchiere mezzo pieno. In che senso? Se non soffrite di nausee nel primo trimestre non vuol dire che la gravidanza andrà male. Quella illustrata dagli esperti è una correlazione statistica che deve dare conforto a chi, purtroppo, ogni giorno deve stringere le mandibole e resistere a certi odori pungenti e sgradevoli. Tutto si supera e per fortuna tutto passa.