L’asilo nido ha un ruolo molto importante nella crescita e nello sviluppo dei bambini, eppure sono pochi i genitori italiani che mandano i loro piccolini in queste strutture. Come mai? Le ragioni vanno sicuramente cercate nei costi alti e nelle agevolazioni fiscali irrisorie, che non incoraggiano le famiglie ad affrontare questa spesa. Consideriamo che, spesso conti alla mano, una mamma decide che è più economico lasciare il lavoro che investire in questo genere di servizio.
Non è tutto. L’asilo nido viene considerato una ‘seconda opzione’, per altro costosa, all’affidare il piccolo ai nonni, come da tradizione. Diversi pedagogisti sono tuttavia propensi ad affermare che l’asilo nido è tutt’altro che una seconda scelta, ma piuttosto una fase importante nello sviluppo dei bambini. Lo spiega bene Daniele Novara, pedagogista e dirigente del CPP (Centro Psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti), in un articolopubblicato sulla rivista pediatria UPPA.
“Le ricerche longitudinali compiute in varie parti del mondo, ma anche in Europa, sul potenziale di sviluppo che il nido rappresenta sui bambini nell’arco della vita non lasciano dubbi a proposito. I bambini che frequentano nidi di qualità hanno maggiori possibilità di affermarsi nella vita sia dal punto di vista degli apprendimenti culturali e quindi scolastici, sia dal punto di vista del successo individuale”.
Quali sono i punti di forza di questo genere di struttura: i programmi sono studiati in funzione dello sviluppo sensoriale del bambino. Fino al terzo anno di vita infatti, i bambini apprendono principalmente attraverso i sensi. Toccare, muoversi, mettere in bocca, udire, guardare: ogni esperienza è una scoperta. E al nido queste scoperte si possono fare in libertà, lontano da pericoli, in un ambiente sicuro e studiato appositamente per offrire ‘spunti’ sensoriali attraverso semplicissime attività. Il nido è un luogo in cui il personale è formato e l’ambiente arredato in modo da rendere questo approccio ricco di stimoli.
Non è tutto, è molto importante anche l’interazione con gli altri. I bambini imparano a distinguere le persone da sé e a gestire il rapporto con chi li circonda, anche se non sono mamma e papà.