Non è raro sentir parlare di ittero neonatale in relazione a dei bimbi venuti al mondo da pochi giorni. L’ittero è una patologia che interessa i neonati e che deve essere trattata con molta attenzione. Essa è causata dalla dissociazione dell’emoglobina. In sostanza, durante la vita intrauterina, il feto necessita di un numero elevato di globuli rossi. Quelli in eccesso, al momento della nascita, tendono a distruggersi sprigionando nel sangue la bilirubina, una sostanza che il delicato fegato dei piccoli non è ancora in grado di smaltire con facilità. Ciò determina l’ingiallimento della pelle del neonato che assume, così, tale colorazione.
I bambini colpiti da ittero devono essere monitorati per permettere di verificare constantemente che i livelli di bilirubina nel sangue si mantengano entro quelli limite. Questi ultimi variano da bambino a bambino sia in virtù del peso che dell’età.
Nei primi giorni di vita i genitori dovranno preoccuparsi di osservare spesso il proprio bimbo alla luce diretta in modo da verificare la presenza o meno del colorito giallastro tipico di tale patologia ed onde evitare si possa incorrere in gravi rischi per la sua salute. La bilirubina in eccesso, infatti, potrebbe andare ad accumularsi nel cervello danneggiandolo.
La domanda che molti genitori si fanno a riguardo interessa la durata dell’ittero. In via del tutto generale nei bambini alimentati con latte materno l’ittero neonatale ha un decorso variabile tra le due e le tre settimane. Per quelli nutriti con il latte artificiale, invece, si riduce a due.
Nel caso l’ittero si prolunghi oltre le tre settimane sarà bene rivolgersi ad uno specialista, il proprio pediatra di fiducia, che saprà consigliare al meglio sul da farsi effettuando tutti quegli esami volti ad accertarne le cause.
Per approfondimenti leggete anche “Ittero nel neonato”, ed “I neonatologi discutono di sorveglianza sul primo mese di vita e di collaborazione tra medici e famiglia”.
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