La disprassia è un disturbo di natura neurologica che colpisce una discreta percentuale di bambini, 5-6 su 100, ed ha una maggiore incidenza sul genere maschile. Rappresenta una problematica relativa all’organizzazione del movimento che può influenzare potenzialmente la modalità di apprendimento del bambino. Molto probabilmente un bambino con difficoltà motorie e linguistiche ne è affetto.
Tra i sintomi che possono portare a pensare di trovarsi di fronte ad un caso di disprassia c’è un certo ritardo nell’imparare a parlare e nel muoversi, ovvero nell’effettuare i comuni gesti quotidiani, dall’alzarsi dal letto al vestirsi, dal masticare al deglitire, dal sedersi a tavola a camminare in genere. Indirettamente può causare anche delle difficoltà nell’apprendimento a scuola.
Secondo gli esperti la disprassia non rappresenta un deficit delle facoltà cognitive riducendosi a coinvolgere la sola abilità motoria, non solo quella di gambe e braccia ma anche di mani, piedi, mani e bocca (da quì l’associazione che ne viene fatta relativamente allo sviluppo nel linguaggio).
Di fondamentale importanza è, alla comparsa dei primi segnali, rivolgersi tempestivamente al proprio medico di fiducia il quale sicuramente indirizzerà la famiglia verso un centro di neuropsichiatria infantile presso il quale procedere all’effettuazione di tutti i controlli necessari per confermare o escludere la diagnosi.
Le cause che stanno alla base della disprassia sono ancora incerte, ma intervenire si può grazie ad alcuni trattamenti mirati già individuati volti al recupero verbale (da effettuare con l’ausilio di un logopedista) ed all’apprendimento motorio, che forniscono un valido aiuto al bambino nell’acquisire sicurezza e raggiungere un certo grado di autostima che stanno entrambe alla base dell’autonomia del bambino.
Della disprassia esistono diverse forme: alcune riguardano lo sguardo, altre la parola, tale patologia può interessare una sola abilità o più di una ed essere più o meno grave. Leggete anche “Difficoltà di parola e movimento nel 6% dei bambini“.
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