Come ben sappiamo la crioconservazione degli ovociti rappresenta una tecnica che rende possibile la conservazione, tramite congelamento, degli ovociti recuperati da una donna. Ciò permette di preservarne la fertilità in futuro, specie nel caso in cui debba essere soggetta a delle terapie invasive che potrebbero in qualche modo comprometterla. La crionconservazione, però, è efficace se fatta per tempo, ovvero da giovani. E’ importante che tale scelta venga effettuata entro i 30-35 anni di età.
La scelta di crioconservare gli ovociti è sempre più frequente tra le donne (secondo il Daily Mail, nel Regno Unito, le donne facenti richiesta sarebbero quadruplicate nel corso dell’ultimo anno), ma è bene avvenga entro i 30 anni e comunque non dopo i 35. Nonostante in America se ne inizi a parlare come di una moda, è bene non sottovalutarne l’importanza in quanto per alcune donne rappresenta l’unica possibilità di preservare il proprio potenziale riproduttivo. Si pensi a chi ad esempio sia costretta a sottoporsi a chemioterapia…
Tra le motivazioni valide per intraprendere una tale scelta, quella basata sul fatto che le donne “di oggi” tendano sempre più a posticipare il momento della maternità. Purtroppo, però, tale tendenza mette a rischio la loro fertilità.
La crioconservazione dei ovociti può rappresentare una sorta di speranza per quelle donne che non si sentano ancora pronte a diventare mamme ma che non vogliano perdere la possibilità di farlo dopo i 30 anni. E’ bene sottolineare come la feritilità di una donna al di sotto di tale soglia sia nettamente superiore rispetto a quella di una over 30.
Ed allora, come consigliano gli esperti, sarà bene non attendere oltre una certa soglia di età, dopo la quale la fertilità potrebbe essere messa già a dura prova: pensateci per tempo, questo è il messaggio che vuole essere fatto passare. Per approfondimenti: Fertilità femminile, cambia in base all’età, Congelazione degli ovociti, formidabile opportunità e Crioconservazione degli ovociti: cos’è?
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