Sopravvivere ai capricci del proprio bambino è davvero difficile. Non siete delle mamme degeneri o delle cattive mamme se vi sentite vinte e impotenti davanti a certe sceneggiate. È umano, soprattutto quando al stanchezza e tale da farti mancare le forze. Si chiamano i terribili due anni, per alcuni bimbi iniziano prima per altri arrivano dopo, e sono caratterizzati da crisi di rabbia, di pianto, strilli per manifestare dissenso o semplicemente per far capire che ci sono e vogliono la nostra attenzione.
Ultimamente ho letto un pezzo su Uppa, firmato dallo psicoterapueta Paolo Roncato, in cui ho apprezzato un particolare passaggio:
Troppo spesso viene da considerare il capriccio come se fosse una cosa che riguarda soltanto il bambino. Con l’aggettivo capriccioso si è tentati di ridurre il capriccio addirittura a una caratteristica personale del bambino. Ma non esiste nessun bambino che faccia un capriccio quando è da solo. Perché si strutturi un capriccio è necessaria la compresenza del bambino e di un adulto cui il bambino è, e si sente, affidato. I capricci infatti sono fenomeni relazionali.
Perché è interessante? Perché dobbiamo imparare a spostare l’attenzione da loro a noi e chiederci non per quale motivo si comporta così, ma che cosa abbiamo fatto per scatenare un simile atteggiamento. Ecco quindi qualche consiglio per sopravvivere ai capricci del bambino:
- Non rispondete con rabbia, ma con amore
- Parlate meno. Molto spesso urliamo e motiviamo qualsiasi atteggiamento. A volte il bambino ha solo bisogno di no fermi e di silenzi.
- Lasciate che si sfoghi: intervenite solo se tende a farsi male (dare delle testate per esempio) o se il pianto è troppo esasperato.
- Distrarre i bambino non vuol dire dargliela vinta, semplicemente spostare la sua attenzione su altro.
- Non sottolineate gli errori, ma lodate i risultati e gli sforzi. Deve sempre esserci una ricerca di positività in quello che fate e fa.
- Siate pazienti passerà…
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