La depressione post-partum è scritta nel Dna

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La depressione post-partum fa paura alle donne che decidono di avere un bambino. Purtroppo è un disturbo molto frequente e colpisce una neomamma su 5, mettendo i loro bambini a rischio di scarso sviluppo comportamentale, cognitivo e sociale. Secondo una nuova ricerca, questa malattia si può leggere nel dna.

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A sostenerlo sono i ricercatori dell’University of Virginia che – con questa ricerca – aiutano a individuare le donne più predisposte e di conseguenze a evitare a milioni di loro questa difficile esperienza. Il cuore di tutto è l’ossitocina o “ormone dell’amore”, che svolge un ruolo positivo nel legame materno, le relazioni, lo stress, l’umore e la regolazione delle emozioni. Jessica Connelly, autore senior dello studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Genetics, ha commentato:

Sappiamo che le donne che hanno sperimentato la depressione prima della gravidanza sono a più alto rischio di sviluppare depressione dopo il parto. Tuttavia, anche coloro che non hanno mai sperimentato la depressione possono averla dopo il parto. Questi marcatori genetici che abbiamo identificato ci aiutano a identificarla in anticipo.

Ricordiamo che il baby blues colpisce tutte le donne dopo la nascita del bambino e dura circa 40 giorni, mentre la depressione post partum è molto più a lungo e, oltre a stanchezza e stress, è caratterizzata da mancanza di desiderio di contatto con gli altri, disconnessione con il proprio figlio, paure estreme rispetto alla sua salute, sensi di colpa e insonnia. Nella ricerca sono state esaminate più di 14mila gravidanze e confrontato campioni di sangue prelevati durante le settimane 7 e 41 di gravidanza, sia delle mamme con depressione sia quelle senza depressione. Che cosa è emerso? Se i livelli del gene recettore dell’ossitocina (OXTR) sono bassi, la donna, pur senza particolari fattori di rischio, è maggiormente esposta a sviluppare depressione nel dopo parto.

Photo Credits | Shutterstock / Aspen Photo

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