Insegnare ai bambini la corretta alimentazione è davvero molto importante, non solo perché a tavola saranno molto più liberi ma risulterà un investimento sulla salute. La cucina è cibo ed è integrazione, una parola che sta diventando sempre più importante in una città multiculturale come una nostra. In occasione di Expo 2015, la Società Italiana di Pediatria (Sip) ha preparato la ‘piramide alimentare transculturale’, dedicata al milione di bambini stranieri che vivono ormai stabilmente nel nostro paese.
Che cosa cambierà? Oltre alla pasta e al riso, sono stati introdotti sorgo, miglio e quinoa. germogli di bamboo e foglie di cassava. E per frutta mele, arance, ciliegie, ma anche litchis e papaya. Il presidente Sip Giovanni Corsello:
Dobbiamo occuparci in modo attivo soprattutto dei bambini, la categoria più fragile perché più degli adulti sentono il peso dello sradicamento dal territorio. Vogliamo fare in modo che possano ritrovare i loro gusti e i loro sapori dell’alimentazione in un contesto di equilibrio nutrizionale. Se vogliamo una società aperta ai bambini di tutte le etnie, dobbiamo rispettarne le tradizioni e i costumi di provenienza.
Questa nuova piramide quindi tiene conto dei cibi e delle usanze dei paesi di provenienza, ma allo stesso tempo garantisce un corretto apporto di nutrienti. I principi della Piramide alimentare transculturale per l’età pediatrica sono quelli della dieta mediterranea, integrata da cibi multietnici.
Che cosa vuol dire? È necessario fare il pieno di verdura, legumi, frutta, noci e cerali integrali; deve essere alto il consumo di pesce, così come l’assunzione di acidi grassi insaturi (il principe della nostra dieta è il famoso olio di oliva). Devono invece essere ridotti gli acidi saturi grassi e il consumo dei prodotti caseari. Moderata anche l’assunzione di carne, soprattutto rossa, l’apporto di sale. Come sempre la dieta mediterranea non cura solo l’alimentazione, ma anche lo stile di vita: è molto importante che i piccoli (e anche gli adulti) svolgano attività fisica quotidiana.
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