L’obesità è una malattia che può comportare complicanze davvero gravi e insidiose. Non solo diabete, steatosi epatica, danni alla retina e cardiopatie, sembra esserci una correlazione anche con il deficit cognitivo e l’Alzheimer. A dare la notizia è un team di ricerca dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, appena pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics.
Al centro della ricerca una proteina, la beta 42 amiloide, coinvolta proprio nel processo di insorgenza e sviluppo di queste patologie. Nei pazienti che sviluppano demenza senile e Alzheimer, infatti, la proteina si accumula nel cervello formando placche ed ammassi neurofibrillari.
Gli esperti del Bambino Gesù sono i primi ad aver indagato i livelli di questa proteina e la correlazione tra obesità infantile e rischio di Alzheimer. Dallo studio è emerso che gli adolescenti obesi e con insulino-resistenza presentavano aumentati livelli di beta 42 amiloide. Quanto più i livelli di questa proteina sono alti, tanto maggiore potrebbe essere il rischio che questi giovani sviluppino demenza senile e Alzheimer in età adulta. Melania Manco, endocrinologa e ricercatrice del Bambino Gesù, ha spiegato:
L’obesità in sé non è una patologia vera e propria, è piuttosto un insieme di fattori di rischio: di sviluppare malattie cardiovascolari, cancro e oggi sappiamo anche demenza progressiva e Alzheimer. L’associazione tra obesità, diabete mellito e morbo di Alzheimer è nota. Si parla del morbo di Alzheimer anche come diabete di tipo 3, ma è importante aver dimostrato, per la prima volta, che la storia naturale di questa terribile malattia incomincia precocemente, già durante l’adolescenza.
La verità è che è molto importante cercare di fermare questa patologia, che si sta divulgando in Europa in modo esponenziale. Tanto sport, una dieta sana e uno stile di vita attivo sono le armi che noi genitori abbiamo a disposizione. A questo aggiungiamo: il buon esempio, che poi è anche un modo per mantenerci in salute.
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