Che cosa significa scegliere un parto naturale? Vuol dire fare in modo che il bambino – in condizioni di salute ottimali e senza patologie materne e fetali – sia messo nella condizione di venire alla luce senza forzature o l’intervento medico. Purtroppo è una situazione ancora molto rara, perché la gravidanza è sempre più ospedalizzata.
Attenzione però, ospedalizzare la gravidanza e quindi monitorare la crescita del piccolino durante i nove mesi, verificare il suo stato di salute e scegliere per il meglio è ben diverso che partorire con qualche aiutino di troppo (es. un cesareo programmato senza l’esigenza medica). In Italia le donne godono di un buon livello di assistenza in gravidanza. Più di 2 donne su 3 si sono sottoposte alla prima visita entro il secondo mese di gestazione e la quasi totalità (94,3%) l’ha effettuata entro il terzo mese, come raccomandato dai protocolli nazionali.
Se da un lato è quindi un bene, dall’altro esiste un eccesso: la medicalizzazione si acuisce significativamente nel 2013, con un ulteriore aumento del ricorso a prestazioni diagnostiche per immagini (rispetto agli anni 2000). Il Sistema sanitario nazionale prevede attualmente l’esenzione per tre esami ecografici in caso di gravidanze fisiologiche (cioè senza patologie), ma, nel complesso, l’80,3% delle donne ne ha fatte oltre 3.
La medicalizzazione è legata al medico privato che segue la mamma: chi si affida a un ginecologo arriva a fare più di 7 controlli ecografici (45,2%), mentre le quote sono più contenute tra quante sono state seguite da un ginecologo del consultorio (17,3%) o di una struttura pubblica (28%). Il report evidenzia anche un dislivello di medicalizzazione tra le donne straniere rispetto alle italiane. Il 20,2% ha effettuato 7 o più controlli ecografici contro il 41,5% delle italiane; il 71,3% si rivolge più spesso ad un ginecologo del consultorio o di una struttura pubblica (il 24,7% delle italiane).
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