Quello delle parolacce è un problema che, prima o poi, interessa tutti i genitori. La scuola, la tv, i bimbi più grandi, gli stessi genitori non fanno altro che influenzare i piccoli i quali, come ben sappiamo, emulano i gesti e le parole altrui. Non sempre è facile affrontare il problema nella giusta direzione: rimproverarli a volte non fa che spingerli a continuare, quasi fosse una sfida. Bambini e parolacce: come comportarsi quindi? Quali sono i giusti atteggiamenti da tenere?
Alle prime parolacce pronunciate dal bambino la reazione più scontata, quella alla quale sarebbe facile cedere, è lo stupore misto al fatto di sentirsi scandalizzati. Mostrando al bambino tali sentimenti, però, lo stesso capirà che così facendo avrà tutta l’attenzione dei genitori e dei presenti e ciò potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Sarà bene dunque cercare di mantenere indifferenza per evitare che tale comportamento possa ripetersi. Restando fermo il fatto che il bambino, molto probabilmente, non sappia neanche il reale significato di quanto pronunciato, ignorandolo farà si che non si ripeta.
Questo l’atteggiamento da tenere con i bambini molto piccoli, ma a quelli più grandicelli, dai 5 anni in su, che iniziano a capire le situazioni ed ai quali sarebbe bene iniziare a spiegare cosa sia giusto e cosa no, dovrebbe essere riservato un trattamento diverso. In questo caso, infatti, sarebbe meglio spiegare con pazienza il perchè le parolacce non vadano dette, ne a scuola, ne in casa, ne in presenza di altri bambini o di altri adulti. Arrabbiarsi e mostrarlo al bambino non servirebbe a niente, anzi farebbe scattare una “battaglia” senza fine. Meglio mostrarsi amareggiati e delusi piuttosto.
Infine, da non sottovalutare è il fatto che la parolaccia possa essere utilizzata dal bambino per esternare un malessere: rabbia, disagio, frustrazione. In presenza di tale sospetto meglio indagare con delicatezza.
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