Dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il divieto di poter ricorrere alla fecondazione eterologa del 2004 la Toscana è stata la prima regione italiana a deliberare la possibilità di offrirla ai propri cittadini sia nei centri pubblici, che in quelli privati e convenzionati. In un clima di incertezza, nel quale si è delineata una situazione non omogenea, sono attualmente cinque le regioni che hanno deciso di emularla: i presidenti e gli assessori di Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Umbria e Veneto si dicono pronti a seguire la Toscana, mentre la Lombardia e la Campania attendono una normativa nazionale. Oggi, mercoledì 03 settembre, è previsto il primo degli incontri atti a delineare un indirizzo comune al quale fare riferimento.
Convocata anche una seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni da parte del presidente Sergio Chiamparino il cui scopo è quello di fare chiarezza e di non lasciare nulla al caso. Tanti sono gli aspetti ancora da definire riguardo una materia tanto delicata quanto incerta quale è quella della fecondazione eterologa. Tra i criteri da trattare quelli inerenti la selezione, l’età massima e minima dei donatori, l’anonimato, i costi…
L’assessore alla Sanità in Emilia Romagna Carlo Lusenti si dice fiducioso di trovare un accordo: la base dalla quale partire è il decreto scritto dal ministro Lorenzin. Tuttavia si mostra determinato nel proseguire in autonomia qualora tale linea comune non venga definita, ciò per agevolare tutti i cittadini che abbiano necessità di ricorrere all’eterologa e non vogliano aspettare oltre.
Dopo il tentativo del ministro Beatrice Lorenzin di fare approvare il decreto, fallito ad agosto, numerosi sono i dubbi riguardanti sia la rapidità che l’emanazione di una legge apposita. Da quì la presa di posizione di molte regioni le quali, facendo leva su quanto affermato dalla Corte Costituzionale nella sentenza riguardo il fatto che «non ci sia vuoto normativo» e che tale tipologia di fecondazione possa essere di immediata esecuzione, stanno provvedendo in maniera indipendente seguendo la regione Toscana la quale, già a fine luglio, ha approvato una delibera per dare il via all’eterologa.
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