L‘indice di Apgar è il risultato derivante da una serie di esami effettuati sul neonato immediatamente dopo il parto, volti a stabilire la vitalità e l’efficienza delle sue funzioni vitali primarie. Si basa su cinque diversi parametri ad oguno dei quali può essere assegnato un voto che va da 0 a 2, per un risultato massimo di 10. Il test va effettuato ad 1 minuto dal parto, poi a 5 ed infine a 10, anche se può essere ripetuto fino a quando si giunga alla stabilizzazione. Deve il suo nome all’anestesista statunitense che lo ideò negli anni 50.
I parametri presi in considerazione sono cinque funzioni vitali: il colore della pelle, il battito cardiaco, i riflessi nell’aspirazione, il tono muscolare e la respirazione. Nel caso in cui il punteggio ottenuto sia compreso tra 8 e 10 punti il bambino sta bene, mentre nel caso in cui sia inferiore a 7 avrà bisogno di cure mediche più o meno urgenti a seconda dei casi. Nello specifico i bambini che otterranno un risultato tra il 7 ed il 10 saranno considerati “entro la norma”, tra 4 e 7 depressi in maniera moderata e da 0 a 3 depressi in maniera seria. In quest’ultimo caso sarà necessario il trasferimento nel reparto di neonatologia per le cure del caso. Al test viene inoltre abbinato un esame del sangue: nello specifico il medico presente si preoccuperà di prelevare del sangue dall’arteria del cordone ombelicale e di misurare il grado di acidità.
Nel caso in cui l’indice sia basso il medico dovrà tenere in considerazione comuque alcuni fattori che potrebbero incidere su tale esito: tra questi il fatto che il bambino sia nato prematuro, che risulti piccolo per l’età gestazionale, che il parto sia stato particolarmete difficoltoso ed abbia subito dei traumi. Ancora potrebbe essere stata rilevata una sofferenza fetale. In presenza di tali condizioni solitamente il basso punteggio finale dovrebbe alzarsi nel tempo sufficiente al bambino per adattarsi alla vita extrauterina.
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