Tra le difficoltà legate all’allattamento al seno c’è il dolore ai capezzoli. Che il seno si modifichi a partire da inizio gravidanza e che tale cambiamento non si concluda che con la nascita del bambino è cosa risaputa. I capezzoli, in particolare, già a partire dai primi mesi della dolce attesa, iniziano ad inturgidirsi cambiando anche di aspetto: diventano più larghi e più scuri e tutto intorno iniziano a manifestarsi dei rilievi denominati “tubercoli del Montgomery” i quali sono responsabili della produzione di una sostanza lubrificante e disinfettante durante l’allattamento al seno. Purtroppo non è possibile preparare i capezzoli all’allattamento, tuttavia esistono alcuni piccoli accorgimenti da mettere in pratica per prendersene cura.
Il primo, il più importante in assoluto, consiste nel mantenere pulita la zona. Per detergerla non credete sia necessario l’utilizzo di prodotti chimici, i quali, tra l’altro, potrebbero essere caratterizzati da odori un po’ troppo forti che risulterebbero anche fastidiosi per il bebè. L‘acqua sarà più che sufficiente.
Nonostante la valida azione dei tubercoli del MontGomery, per mantenere capezzoli e areola mammaria ben idratati potrete, a fine allattamento, bagnare entrambi con il vostro latte o, nel caso in cui la zona si presenti troppo secca, con pochissimo olio di oliva, massaggiando bene per permettere un’azione efficace.
Prediligete infine per l’abbigliamento che andrà a contatto con il seno dei tessuti freschi e traspiranti come il lino ed il cotone biologici. L’ideale sarebbe tenere la zona scoperta, ma in caso non si voglia, per evitare il diretto contatto con l’epidermide, inserite le cosiddette conchiglie che raccolgono il latte in eccesso e contribuiscono a mantenere la zona umida. L’ultimo accorgimento per evitare dolori o ancora peggio l‘insorgenza delle ragadi consiste nel fare attaccare il bambino al seno nella maniera corretta, ecco quì i consigli utili per riuscire nell’operazione.
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